Lingua, cultura e integrazione. Label europeo lingue in Umbria al progetto CIC-to-CIC

Alessandra Ceccherelli Educazione adulti

La Regione Umbria è tra i vincitori del Label europeo delle lingue 2018, per il progetto “CIC to CIC – Corsi Integrati di Cittadinanza – Conoscere l’Italiano per Comunicare!”, una strategia di formazione civico-linguistica per cittadini non comunitari che ha coinvolto l’intero territorio.

L’Umbria è tra le prime regioni in Italia per incidenza della popolazione immigrata (11% dei residenti), popolazione che si caratterizza per la diversità delle aree di provenienza e per una diffusa distribuzione su tutto il territorio regionale.

Il progetto ha sviluppato percorsi di italiano, secondo i livelli base del Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER), offerto attività formative sperimentali in risposta alle diverse necessità di accesso al mondo del lavoro dei partecipanti, e realizzato una serie diversificata di azioni, basate su tre pilastri fondamentali: azioni formative, servizi complementari e servizi strumentali.

In linea con i principi del Label europeo delle Lingue, che valorizza le esperienze innovative per la promozione del multilinguismo anche a supporto dell’inclusione, il progetto è stato premiato oltre che per la qualità dell’offerta formativa e per l’impatto, anche per la sua originalità e per la trasferibilità dell’innovazione.

Tutti elementi che ne fanno un modello nazionale.

Oltre a sviluppare percorsi di italiano di base, le attività formative proposte dal progetto sono state pensate in ottica integrata per rispondere alle diverse necessità di accesso al mondo del lavoro, ai bisogni di particolari categorie vulnerabili (soprattutto donne) e a situazioni soggettive di isolamento territoriale.

Oltre che del progetto è doveroso parlare di un vero e proprio sistema linguistico regionale già in atto da tempo che prosegue il lavoro svolto senza disperdere le risorse impiegate in interventi precedenti, e cala l’apprendimento della lingua nel contesto reale di vita delle persone cui si rivolge creando attività complementari.

Alcuni esempi: il  babysitting per permettere la partecipazione ai corsi alle cittadine immigrate con figli; l’autoapprendimento guidato per cittadini immigrati che per questioni lavorative, logistiche o organizzative non possono frequentare i corsi di lingua in aula; i corsi di “microlingua della scuola” per facilitare il dialogo tra genitori e istituzioni scolastiche, i corsi di “microlingua del lavoro” e il corso di italiano per ottenere la patente.

Accanto a questi integrano i percorsi in aula anche le attività manuali come i laboratori artigianali di manipolazione con la finalità di valorizzare le competenze individuali, linguistiche e creative, e i bus didattici che legano la scoperta del territorio all’educazione linguistica e civica.

Il corso di lingua diventa così un evento positivo di apprendimento perché favorisce l’integrazione, l’accesso ai propri diritti e la consapevolezza dei propri doveri di cittadinanza, la socializzazione, la realizzazione del proprio progetto di vita e, a lungo termine, un motore di forte coesione sociale.

Nelle parole di Eleonora Bigi, responsabile dei Servizi Immigrazione della Regione e coordinatrice del progetto «asse portante del progetto è stata l’attenzione alla complessità, posto che i migranti non sono assimilabili a una medesima categoria di discenti e i loro bisogni di apprendimento sono diversificati. Il successo del progetto è stato determinato dalla strategia multiazione posta in essere da un partenariato composito, espressione di una forte sinergia pubblico-privato, che ha permesso la realizzazione di molteplici attività e a ciascun partner di esprimere al meglio le sue potenzialità.»

Tra i servizi strumentali del progetto: l’aggiornamento dei docenti su normative europee e politiche linguistiche dell’UE, testing e linee guida sui moduli sperimentali di preA1 e B1 e ‘nuove migrazioni’ e la produzione di materiale ludico-didattico per l’insegnamento-apprendimento dell’italiano L2 per ragazzi e adulti stranieri.

Finanziato del Ministero dell’Interno (fondi FAMI – Fondo europeo Asilo Migrazione e Integrazione), il partenariato coordinato dalla Regione Umbria ha visto la collaborazione attiva dei due CPIA presenti sul territorio (quello di Perugia e quello di Terni), dell’Università per stranieri di Perugia e del Terzo settore rappresentato da Cidis Onlus e CSC Cooperativa Sociale.

La trasferibilità di Cic-to-cic è garantita dal modello di governance adottato dalla Regione Umbria che ha razionalizzato, orientato e sviluppato l’offerta formativa di L2 creando e rafforzando il sistema di rete e di partenariato dei soggetti coinvolti, un’ampia rete territoriale di supporto alla realizzazione delle attività e alla loro prosecuzione, secondo una logica di sussidiarietà degli interventi sul territorio.

Per concludere,  la lingua italiana, l’accesso alla scuola e alla formazione diventano in Umbria un vero passaporto che permette alle persone di muoversi liberamente nella casa comune europea.

 

I materiali didattici e i risultati del progetto sono online sulla piattaforma EPALE

 

 

Riferimenti utili: