Scuola eTwinning San Tarcisio – Bimbi Lieti di Ercolano (NA)

Istruzione

Think (Progetto eTwinning)

Il progetto

Think è un progetto internazionale che si è proposto di migliorare le competenze linguistiche e del 21° secolo, la conoscenza del patrimonio culturale, l’apprendimento collaborativo e di affinare la capacità di pensiero nei giovani studenti della Scuola Primaria in quanto il pensiero è un’abilità che si può imparare.
Il progetto si fonda sulle affermazioni di diversi ricercatori scientifici che hanno dimostrato che ogni persona ha la capacità di pensare simultaneamente in diversi modi, ma siccome il nostro cervello è pigro spesso resta ingabbiato in schemi mentali che lo portano a giungere sempre alla stessa soluzione di un problema generando confusione e staticità.
Gli studenti hanno approfondito il racconto di Andersen “The Little Match Girl”, sia in lingua madre sia in lingua inglese, e attraverso la metodologia dei Sei Cappelli di E. De Bono hanno collaborato in squadre internazionali per cambiare il racconto e creare un finale migliore.
Il metodo di E. De Bono, infatti, ci permette di focalizzare l’attenzione su sei tipi di pensiero: concreto, creativo, analitico, critico, astratto, logico, sociale e positivo, il pensare fuori dagli schemi, che simbolicamente vengono associati a sei diversi cappelli che hanno la caratteristica di cambiare la visione di uno stesso fatto osservandolo da prospettive diverse.
Il continuo confronto ha favorito la collaborazione tra gli studenti e ha permesso di sviluppare una didattica tesa alla risoluzione di problemi reali, ponendo l’accento sulle pratiche di classe che favoriscono la capacità di adattamento e la capacità di rielaborare le informazioni possedute al fine di giungere alla risoluzione di un problema vero e tangibile.

Lo sviluppo

Partendo dal racconto di Andersen della “Piccola Fiammiferaia” gli studenti sono stati accompagnati ad indagare sulle possibili trasformazioni della storia, lasciandoli liberi di dar spazio alla loro creatività e al loro spirito imprenditoriale, che è stato estrinsecato nelle diverse strategie messe in atto per aiutare la povera bambina a catturare l’attenzione dei passanti al fine di riuscire a vendere le scatole di fiammiferi.
Gli studenti sono stati guidati in un apprendimento di tipo investigativo che ha permesso loro di sviluppare significative abilità di pensiero che hanno facilitato le loro capacità a trovare soluzioni davvero innovative, riuscendo ad uscire dagli schemi prefissati, mettendo in dubbio le presunte certezze e affidandosi ad associazioni di idee inedite.
Il progetto ha favorito lo sviluppo delle competenze degli studenti attraverso nuove metodologie di apprendimento come l’e-learning, il team work, il problem solving, il learning by doing, lo Storytelling, la scrittura collaborativa, l’apprendimento cooperativo e l’apprendimento peer-to-peer, che ha permesso di superare l’iniziale gap delle competenze linguistiche degli studenti delle classi più piccole grazie ad una progressiva azione di tutoraggio degli alunni delle classi più grandi. La necessità di comunicare in chat e in videoconferenza con i vari partners europei, per conoscersi, per confrontarsi sulle varie attività progettuali e per redigere tutti insieme la nuova storia della piccola fiammiferaia ha facilitato l’apprendimento attivo della lingua inglese.
Le varie metodologie e tecniche didattiche, così come l’uso delle nuove tecnologie, hanno favorito l’integrazione dei bambini con diverse intelligenze multiple, diversi stili di apprendimento e bambini BES.

La ricaduta

La ricaduta del progetto sugli studenti è stata molto positiva in quanto i ragazzi hanno apprezzato il valore della collaborazione e dell’aiuto reciproco, sviluppando un forte senso di responsabilità nei confronti dei compagni più piccoli.
La collaborazione e il tutoring hanno favorito la crescita della loro autostima e della loro creatività e li ha condotti ad organizzare in maniera autonoma molteplici attività, per cui la figura dell’insegnante è diventata più che altro quella di un facilitatore, piuttosto che di un leader comunicativo, con il quale gli alunni hanno cooperato attivamente scambiando opinioni e proposte.
Grazie al metodo innovativo di E. De Bono i ragazzi hanno sviluppato i diversi tipi di pensiero, hanno migliorato le competenze sociali, linguistiche e digitali, hanno accresciuto l’amore per la lettura, la motivazione allo studio, la compassione per le difficoltà altrui, l’accettazione delle diversità e hanno sviluppato un forte spirito imprenditoriale.
L’entusiasmo dei ragazzi e del team dei docenti ha contagiato le famiglie che, in un crescente coinvolgimento, hanno partecipano a varie attività progettuali, come la realizzazione del plastico della nostra scuola, hanno collaborato attivamente all’organizzazione di alcuni eventi, come la giornata del bullismo e cyberbullismo e la Celebrazione dell’anniversario di eTwinning, lasciandosi infine intervistare dai loro figli sull’importanza dell’inserimento dei progetti eTwinning nel curricolo scolastico.
Punto di forza del progetto è la sua semplicità che lo rende accessibile e trasferibile a tutti.