Vrailexia: una strategic partnership di eccellenza dedicata alla dislessia, guidata dall’Università della Tuscia

Alessia Ricci -

 

Le Strategic Partnership for Higher Education sono un’azione chiave offerta dal Programma Erasmus+ molto ambita dagli istituti: rafforzano la cooperazione internazionale, aumentano la qualità dell’offerta formativa, favoriscono metodi di insegnamento innovativi e il ricorso alle tecnologie nell’apprendimento, valorizzano la centralità dello studente e consentono un più agevole dialogo con il mondo del lavoro.
In ambito istruzione superiore, nel periodo 2014-2019, sono stati approvati 78 progetti italiani per un totale di 28.121.289,00 euro.

L’ultima Call, 2020, ha visto 26 progetti approvati su 98 candidature pervenute. L’Università degli Studi della Tuscia ha presentato il progetto VRAILEXIA – Partnering Outside the Box: Digital and Artificial Intelligence Integrated Tools to Support Higher Education Students with Dyslexia, tra i primi a trattare un tema tanto delicato come quello della dislessia nell’apprendimento.

Ne abbiamo parlato con il Coordinatore scientifico del progetto, il Prof. Calabrò che ben spiega obiettivi e metodi adottati per questo progetto con la social (e la learning) inclusion nel cuore.

 

D: VRAILEXIA nasce da considerazioni oggettive e importanti: gli studenti con dislessia hanno in media uno scarto di 6 crediti rispetto ai colleghi privi del disturbo. Ma VRAILEXIA nasce anche da una sensibilità spiccata: lei, Prof. Calabrò è dislessico e padre di un bambino DSA. Ci racconti come questa sua ambizione di supporto agli studenti diventa realtà grazie a questa Strategic partnership.

R: VRAILEXIA nasce dall’idea di creare una rete di Campus sostenibili ed inclusivi dove far emergere le potenzialità dello studente. La mia esperienza di persona coinvolta nel mondo “dislessia” è stato il punto di partenza: ho voluto farne tesoro proponendo prima nel nostro Ateneo e poi con i partner di VRAILEXIA l’idea di costruire un ambiente di apprendimento aperto e a misura di tutti. Con i partner del progetto abbiamo dato forma alla mia idea e identificato strumenti e servizi che potessero mettere lo studente dislessico nelle stesse condizioni degli altri, contrastando la perdita di motivazione e conseguentemente il fenomeno dell’abbandono molto diffuso fra gli studenti dislessici.

D: Inclusione e assicurazione della qualità sono i termini chiave che hanno guidato questo lavoro ma sono anche valori fondanti del Programma Erasmus e della politica europee più in generale: non c’era nulla su questo tema prima di VRAILEXIA? Come mai (eventualmente) secondo lei?

R: L’inclusione è una tematica di estrema attualità e VRAILEXIA ha voluto proiettare questo tema nel campo dell’educazione. L’espressione “Bisogni Educativi Speciali” è ormai utilizzata da quasi dieci anni e sono diversi gli studi che sono stati effettuati su questa tematica. Ad oggi, e non soltanto nel territorio italiano, le persone con dislessia ricevono un supporto soltanto fino alle scuole superiori. VRAILEXIA, per la prima volta, si occupa della dislessia negli adulti e, in particolar modo, negli studenti universitari con l’intento di esaltare le loro caratteristiche e prevedere per loro degli strumenti, digitali e non, che li supportano non soltanto durante il corso di studi ma anche nell’inserimento nel mondo del lavoro. Sebbene sia vero che i disturbi dell’apprendimento non possono più essere modificati dopo la maggiore età, e forse risiede qui la motivazione del perché su questo tema non sono presenti studi rilevanti, il gruppo di ricerca coinvolto in VRAILEXIA è convinto che gli strumenti e i servizi che si otterranno durante l’esecuzione del progetto porteranno a un’inclusione più attiva degli studenti con dislessia nel mondo universitario e una conseguente riduzione degli abbandoni allo studio e ritardi nella preparazione degli esami.

D: Siete riusciti a mettere in piedi un partenariato straordinario composto da 10 istituti che concorrono a una grande interdisciplinarità del progetto mettendo al centro l’innovazione e l’intelligenza artificiale in primis. Ci spieghi meglio la forza di questa unione.

R: Come giustamente detto, la parola chiave del nostro partenariato è interdisciplinarità.
VRAILEXIA coinvolge esperti di diversi settori che spaziano damaterie scientifiche, quali l’ingegneria e l’informatica, fino alle scienze sociali, quali la psicologia, la psicometria e la psicologia. Il fil rouge dell’unione è, senza dubbio, l’intelligenza artificiale che sarà in grado di combinare gli input derivanti dalle diverse discipline per fini non soltanto di ricerca, ma anche, e soprattutto, sociali. L’intelligenza artificiale al servizio dell’educazione, una frontiera innovativa che, a nostro avviso, porterà grandi risultati. In particolare, verrà realizzata la piattaforma beSPECIAL che, a partire da informazioni desumibili da relazioni cliniche, questionari opportunamente implementati e test psicometrici, sarà in grado di fornire allo studente la metodologia di supporto allo studio più adeguata in base alle sue esigenze. Infine, oltre gli aspetti puramente tecnici, non vanno dimenticati quelli motivazionali, l’intero gruppo è caratterizzato da un forte entusiasmo verso la tematica affrontata.

D: Diffusione e capillarizzazione in questo caso saranno cruciali durante il progetto proprio per consentire agli studenti di fruire dei servizi che metterete a punto: qual è la strategia pensata o le relazioni attivate per essere efficaci e capillari? C’è un piano di sostenibilità che consente di immaginare l’attivazione di politiche che vadano oltre i 3 anni del progetto?

R: Gli studenti sono i principali destinatari del progetto ed è per questo che nel piano di diffusione abbiamo identificato un team che cura la comunicazione e i social; anche in questo caso il principio di cambiare prospettiva e di partire dalle difficoltà ci ha portato a puntare sui social, principale luogo dove i giovani cercano e si scambiano informazioni ancora di più oggi a causa del Covid. A breve condivideremo sui nostri social un breve video di presentazione di VRAILEXIA e per gli studenti coinvolti in prima persona nel progetto realizzeremo una VRAILEXIA BOX per pensare out of the box. Per assicurare una capillare diffusione dei risultati durante il progetto, gli eventi moltiplicatori del progetto saranno ospitati da eventi di portata nazionale e internazionale organizzati dai partner associati, le due associazioni nazionali di dislessia in Italia e Spagna aid plataforma e icto associazione accademica internazionale sull’ict.

Infine la nostra idea di sostenibilità del progetto si concretizza con la definizione e sottoscrizione di un Protocollo di Intesa (MoU) composto da tre aree di azione: attività di formazione per docenti e studenti, attivazione di servizi per supportare lo studente durante tutta la sua esperienza universitaria dall’orientamento allo studio fino all’accompagnamento al lavoro. Il protocollo, sintesi di tutti gli output del progetto sarà sottoscritta dal nostro partenariato e porterà alla creazione della Out of the Box Sustainable Universities Network, una rete di Campus Sostenibili a cui poter aderire con la sottoscrizione del MoU.

 

D: La sensibilizzazione dovrà riguardare anche il corpo docente e/o più in generale lo staff universitario: è previsto nel progetto? In che modo?

R: Uno degli obiettivi di VRAILEXIA è creare una task force interna di Ateneo e proporre una formazione per docenti e staff universitari su come supportare gli studenti con dislessia. Il percorso formativo sarà creato, sperimentato e validato durante il progetto con le Università partner e sarà inserito nel Protocollo di Intesa come servizio per la Out of the Box Sustainable Universities Network.

A rendere unica la formazione sarà l’utilizzo della realtà virtuale: svilupperemo un ambiente in realtà virtuale dove i partecipanti si metteranno nei panni dei dislessici in un’esperienza immersiva.

D: Ci sono strumenti di valutazione atti a monitorare la buona riuscita delle varie fasi del progetto? Il Covid ha giocato un ruolo anche nel vostro caso ma sappiamo che avete messo a punto un piano di gestione dei rischi molto ben strutturato. Vuole condividerne i principi?

R: Il progetto è stato scritto durante il primo lockdown e questo ci ha portato a definire attentamente la governance di VRAILEXIA, il piano di qualità e il piano di mitigazione dei rischi. Abbiamo identificato tre livelli di management che assicurano agilità ed efficacia nel coordinamento e nella rilevazione di criticità; a livello operativo abbiamo un responsabile per ogni output che gestisce il piano di lavoro e comunica al coordinatore che ha il ruolo di Risk Manager eventuali criticità; a livello di supervisione c’è il Project Office e l’End User Board. Il primo coordinato da Unitus capofila, il responsabile della qualità e il responsabile della disseminazione, il secondo rappresentato dai partner associati ed insieme monitorano l’andamento delle attività. A livello decisionale abbiamo la General Assembly composta da un referente per partner che si riunisce ogni tre mesi per fare il punto della situazione del progetto.

Tale organizzazione permette una rapida identificazione e gestione dei rischi, in fase di scrittura del progetto sono stati già identificati i possibili rischi legati all’implementazione delle attività e i piani di mitigazione. In fase di attuazione, possiamo quindi facilmente rilevare se un rischio si è verificato e se il piano di mitigazione attuato differisce da quello previsto. Avere un piano dei rischi e un risk manager permette di poter identificare e gestire nuovi rischi non prima considerati.

D: Da ultimo una breve valutazione sull’impatto che questo coordinamento avrà per UNITUS, nel panorama internazionale, nell’attrarre studenti ma anche nel rapporto col tessuto produttivo locale.

R: Abbiamo aperto il vaso di pandora, questa è stata una delle prime affermazioni che ho detto al mio team dopo poche settimane dall’inizio delle attività. Ci siamo subito resi conto di aver tirato fuori un’esigenza latente sentita da molti ma non ancora affrontata in rete a livello europeo e in ambito universitario così come lo stiamo facendo noi. Il nostro territorio, le scuole in particolare hanno accolto con entusiasmo e calore il nostro progetto, apprezzando soprattutto la voglia di cambiare modo di affrontare e comunicare la dislessia e quindi di considerare l’inclusione come opportunità di arricchimento reciproco.

Uno dei principi che il nostro Rettore fortemente porta avanti è quello di rendere l’Università degli Studi della Tuscia un luogo dove tirar fuori le potenzialità e i talenti dei propri studenti. VRAILEXIA è una delle attività che dimostra l’attenzione e la cura che rivolgiamo agli studenti e questo ci auguriamo abbia una ricaduta sull’accoglienza di studenti internazionali sia in mobilità che per un intero percorso di studi.

 
Strategic Partnership for higher education, per approfondire:

 

Alessia Ricci
Ufficio comunicazione
Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire