Per un’adeguata formazione degli operatori in carcere, modelli a confronto nel partenariato EDUCATE

Alessandra Ceccherelli Educazione adulti, Epale

Ormai da anni, il tema delle condizioni carcerarie dei detenuti è al centro dell’attenzione dell’UE. Nel 2011 il Parlamento europeo ha riferito sulle condizioni di detenzione negli Stati membri (Risoluzione 15/12/2011 n. 2897), esortando a investire risorse nella ristrutturazione delle prigioni e, con le Regole penitenziarie europee (Raccomandazione N. R (87) 3 del Consiglio d’Europa), è stata rinnovata l’enfasi sull’importanza del ruolo del personale carcerario e degli approcci efficaci di gestione. Oltre a questo, un aspetto sempre più rilevante è diventato l’educazione dei ristretti, soprattutto nell’ottica del reinserimento sociale.

Da allora sono diventati sempre più numerosi i progetti europei finanziati su questi aspetti e l’Italia è senz’altro tra i Paesi EU che mostra un vivo e continuo interesse per l’argomento.

Il progetto EDUCATEEducators for Inclusive and Effective Reintegration of Inmate) (“EDUCARE: educatori per il reinserimento inclusivo ed efficace dei detenuti”) finanziato dal programma Erasmus + Azione Chiave 2  nasce dal contesto sopra descritto. Si propone come una partnership strategica per lo scambio di buone pratiche ponendosi l’obiettivo primario di consentire alle organizzazioni partner di condividere esperienze, approcci e metodologie di lavoro nel campo della formazione degli adulti detenuti. Il processo di scambio si propone di migliorare il profilo delle organizzazioni coinvolte, promuovendo la consapevolezza e l’aumento delle competenze degli educatori che lavorano nelle carceri e nelle strutture per le misure penali alternative alla detenzione.

Il partenariato è coordinato da L’Ovile, cooperativa di Reggio Emilia che offre percorsi educativi e integrazione nelle opportunità del mercato del lavoro ai detenuti, collaborando attivamente con il penitenziario locale. La partenrship coinvolge altre organizzazioni attive nel campo dell’educazione degli adulti nell’ambito specifico del reinserimento sociale dei detenuti: un penitenziario rumeno (Penitenciarul Bistrita); una ONG spagnola (Noesso ) ; un’associazione greca (You in Europe) che lavora nel campo dell’educazione degli adulti con esperienza specifica sui detenuti; una ong portoghese (Sapana) che sviluppa progetti volti a misurare l’impatto dell’integrazione nel mercato del lavoro dei detenuti e ha l’obiettivo primario di consentire alle organizzazioni partner di condividere esperienze, approcci e metodologie di lavoro nel campo della formazione degli adulti detenuti.

 

Al centro del lavoro, il desiderio di migliorare il profilo del personale delle organizzazioni coinvolte, promuovendo la consapevolezza di sé e aumentando, da un punto di vista qualitativo e quantitativo, le competenze degli educatori che lavorano in carcere e nelle strutture per le misure penali alternative alla detenzione. Il lavoro è incentrato attorno a tre  dimensioni specifiche, che sono cruciali per il successo dello sviluppo di percorsi educativi indirizzati ai detenuti:

– Come promuovere le competenze trasversali tra i detenuti?

– Come promuovere l’integrazione nel mercato del lavoro?

– Come creare una rete locale che coinvolga altre organizzazioni e parti interessate al fine di rendere più efficace il reinserimento sociale e ridurre il rischio di criminalità?

 

Il partenariato si propone di fare di EDUCATE un importante punto di riferimento su come il reinserimento efficace e inclusivo può essere utile sia a livello individuale che socio-economico, oltre a far luce su quali sono i fattori che potenzialmente ostacolano un’azione così benefica.

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L’Ovile sarà presente in qualità di relatore al Seminario Epale Oltre il carcere che si terrà a Bari 11-13 giugno 2018

 

 

Daniela Ermini, EPALE Italia