Mettersi in gioco per migliorare il proprio lavoro culturale. Note dal seminario TCA di Varsavia

Alessandra Ceccherelli Educazione adulti, Risultati TCA

Talvolta accade che le metodologie con cui vengono condotte le attività formative rappresentino parte integrante dei processi di innovazione. Quando accade è una sorta di cortocircuito in cui osservare chi insegna, chi modera, chi pianifica le attività costituisce la migliore occasione per testare sul campo molti degli approcci metodologici su cui stiamo lavorando in più ambiti come istituzioni che si occupano di educazione inclusiva degli adulti.

Il seminario internazionale tematico TCA “Key competences for adults in cultural institutions”, tenutosi a Varsavia nei giorni 8-11 ottobre scorsi e organizzato dall’Agenzia Nazionale Erasmus+ polacca, rappresenta uno di questi casi.

La tre giorni di attività era finalizzata a favorire la conoscenza fra le istituzioni culturali dei programmi Erasmus+, favorire l’incontro con altri partner, definire la bozza di un progetto di cooperazione strategica KA2, ricevere feedback e valutazioni da parte di un gruppo di esperti provenienti dalla Polonia e da altre Agenzie Nazionali Erasmus+. Questi i contenuti disciplinari, quasi più interessante è stata l’esperienza pratica, da discente, delle metodologie attuate.


Il  programma era apparentemente ambizioso calcolando lo scarso tempo a disposizione, la mancanza di precedenti relazioni fra i 55 partecipanti e la poca esperienze pregressa in ambito europeo delle istituzioni coinvolte. La premessa è che le istituzioni culturali non sempre siano pienamente consapevoli del proprio ruolo educativo e formativo, ma che abbiano un potenziale enorme come luoghi dell’apprendimento informale: biblioteche, musei, centri culturali, associazioni di volontariato rappresentano spazi fisici e virtuali dove persone  con scarse qualifiche e difficoltà di accesso possono trovare programmi di educazione permanente capaci di rispondere ai propri bisogni di apprendimento, formazione, socialità.

Social network: una risorsa educativa
L’inizio del seminario avviene qualche giorno prima con la creazione di un gruppo chiuso su facebook, su cui si chiede di postare all’inizio solo un saluto nella propria lingua madre, poi una breve descrizione del proprio lavoro e dei propri ambiti specifici. Diventa subito un’aula virtuale, informale. Quasi naturale organizzare sul gruppo, insieme, The European fair, la presentazione della prima sera, in cui ciascuno è invitato a presentare il proprio paese e il proprio lavoro, offrendo cibo tipico della propria regione/città.
Il gruppo facebook diventa la piattaforma comune dove condividere file, le immagini delle attività, i contributi da parte degli esperti.

Ice-breaking
Il giorno successivo, dopo alcuni, significativamente brevi, saluti istituzionali, i lavori iniziano con un’attività comune fra i partecipanti: il gioco del Bingo, con una scheda da compilare cercando informazioni fra gli altri partecipanti (chi si occupa di migranti, chi lavora in carcere, chi viene dal Nord Europa, chi ha già partecipato a programmi di cooperazione etc.) in poco tempo stimola la conoscenza interpersonale, sviluppando una sorta di mappatura delle competenze e degli ambiti degli altri partecipanti.

Autovalutazione degli apprendimenti
La presentazione frontale dei programmi si svolge in maniera piuttosto rapida, i relatori si alternano a illustrare priorità dei programmi, aspetti logistici, aspetti finanziari. La parte più consistente è dedicata a rispondere a un quiz a scelta multipla tramite Kahoot!, www.kahoot.com, una piattaforma di apprendimento basata sul gioco e utilizzata come tecnologia educativa. Le risposte multiple e i risultati in tempo reale permettono di attivare le risorse attentive, mettersi in gioco, autovalutare le effettive conoscenze acquisite e all’educatore/relatore di poter approfondire temi e argomenti in base alle effettive esigenze.

Sessioni di gruppo
Sulla base dell’interesse rispetto a alcune tematiche proposte, si sono formati i gruppi di progetto e in circa 10 ore di lavoro divise in due giornate, grazie a indicazioni molto stringate da svolgere in tempi ristretti, tutti sono arrivati a elaborare una proposta progettuale partendo dai propri bisogni e da quelli della comunità di riferimento e, incrociando le esperienze e le pratiche sviluppati da altri, a presentarla in maniera efficace al gruppo di esperti ricevendo feedback e valutazioni.

A prescindere da quanti progetti verranno effettivamente presentati e a quanti di questi risulteranno ammissibili, il seminario ha rappresentato un’occasione preziosa per testare le proprie progettualità, collegandole in uno scenario di cooperazione europea, proponendo metodologie e approcci nella gestione dei gruppi che possono essere trasferiti ai diversi contesti di apprendimento non formale.

 

di Chiara Damiani

Note:

Cosa sono le TCA?. Transnational Cooperation Activities sono attività seminariali a supporto dello sviluppo di nuove collaborazioni internazionali. Scopri di più sul sito Erasmus e consulta il calendario dei prossimi eventi TCA in programma.


Chiara Damiani lavora nell’ambito culturale come responsabile progetti per conto di istituzioni pubbliche e private fra cui comuni, teatri, musei, fondazioni, festival. Dal 2015 si occupa di servizi di educazione museale, ha sviluppato didattica per le scuole, seminari per insegnanti e educatori, percorsi di orientamento ai mestieri d’arte, laboratori di apprendimento linguistico. Specifica attenzione è rivolta ai programmi di mediazione destinati a persone a rischio di esclusione culturale e educativa fra cui migranti e detenuti. Cura il progetto EMME – Education, museums and migrants’ experiences finanziato da Erasmus+, finalizzato all’aggiornamento professionale degli educatori museali, e il progetto AMIR | accoglienza musei inclusione relazione che offre percorsi museali condotti da mediatori stranieri. È Ambasciatrice Epale per la Toscana.