500 docenti da tutta Europa alla Conferenza di Malta per riflettere su eTwinning come strumento di inclusione

Valentina Riboldi eTwinning, Scuola

“eTwinning ha raggiunto grandi successi, ma ancora c’è tanto da fare, pensate a quanta strada ha fatto il programma Erasmus per entrare nel nostro vocabolario quotidiano. Ecco: dobbiamo fare in modo che eTwinning diventi un vocabolo familiare a tutti, che entri nel dizionario, proprio come Erasmus”.

Si è aperta con queste parole di Rodrigo Ballester, membro di gabinetto della Commissione europea Cultura, Educazione, Sport e Giovani, la Conferenza europea eTwinning 2017 dal titolo ‘eTwinning and inclusion’, che si è svolta presso l’Intercontinental Hotel di St. Julian, Malta, dal 26 al 28 ottobre.
Oltre 500 docenti da tutta Europa, insieme ad esperti e rappresentanti istituzionali nazionali e comunitari si sono incontrati con l’obiettivo di discutere e capire come eTwinning possa aumentare le capacità delle scuole di affrontare i principali fattori di esclusione: le differenze culturali, le difficoltà educative e gli ostacoli geografici, aiutando la diffusione di attività non discriminatorie e inclusive nelle classi. Più in generale, e tenendo in considerazione i risultati raggiunti nel corso della sua attività di 10 anni, si parte dalla consapevolezza che eTwinning possa contribuire a migliorare i sistemi scolastici dei vari paesi europei e preparare i futuri cittadini, favorendo inclusione mediante concreti progetti internazionali, opportunità di sviluppo professionale dedicate e, soprattutto, facendo degli insegnanti membri di una comunità inclusiva.

Dopo i saluti di benvenuto delle istituzioni maltesi, nella figura del ministro dell’educazione Emmanuel Zammit, è toccato a Mark Penfold della Babington Academy di Leicester. Nel suo intervento, dal titolo “The meaning, philosophy and practice of inclusion in a digital age”, si è soffermato sul significato della parola inclusione e sul ruolo che ricopre l’insegnante in questo delicato processo.

“Non è lo studente che si deve adattare alla scuola- ha dichiarato dal palco Penfold- è la scuola che si deve adattare allo studente, perché non ci sono formule giuste a priori, universalmente valide. Lo studente deve essere al centro”.

Come ogni anno la community italiana di eTwinning è stata rappresentata da una delegazione di docenti eTwinning selezionati tra quelli vincitori di Certificato di Qualità nazionale (National Quality Label) per progetti eTwinning dell’anno scolastico 2015/16.

I partecipanti hanno avuto la possibilità di fare networking e ricevere formazione specializzata attraverso oltre 40 workshop trattanti problematiche e sfide attuali del settore scolastico europeo: cyberbullismo, didattica inclusiva, digital games based learning, gender equality and diversity in education, emotional learning e tante altre tematiche chiave di innovazione didattica.

L’incontro si è concluso con una discussione in plenaria con esperti moderati da Santi Scimeca, project manager di eTwinning a European Schoolnet e gli interventi di Evarist Bartolo, Ministro dell’Istruzione di Malta, e Michael Teutsch, Capo unità della DG Education and Culture della Commission Europea.

Durante l’evento sono stati inoltre premiati i migliori progetti europei eTwinning dello scorso anno scolastico. Due dei progetti vincitori hanno fondatori italiani: Antonella Ciriello (e partecipato da Antonella Novello), dell’ITCS “Maria Lazzari” di Dolo (VE), e Giusi Gualtieri, del Liceo Scientifico “G. Marconi” di Foligno (PG); tra i secondi classificati nelle categorie di età anche il progetto fondato da Annalisa Di Pierro, ITIS “Leonardo Da Vinci” di Pisa, realizzato coinvolgendo un team scolastico tra colleghi.

 

Di seguito una playlist con un riepilogo dell’evento e le sintesi dei progetti premiati per categoria d’età.

Lorenzo Mentuccia, Agenzia Erasmus+ Indire, Unità eTwinning


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