L’istruzione degli adulti, risorsa del futuro: anche Erasmus al convegno del CeSPI in Senato. Sintesi e video degli interventi

Alessandra Ceccherelli Educazione adulti, Epale

Si è svolto a Roma il 5 dicembre, presso la Biblioteca del Sentato, il convegno “La scuola dell’inclusione non ha confini. Istruzione per adulti e scuola in carcere” che ha proposto interventi di esperti e un contronto tra esperienze da organizzazioni di regioni diverse. Il convegno, organizzato dal Centro Studi Politiche Internazionali e dall’Associazione culturale Iscritti a Parlare, si è articolato in tre sessioni introdotte dal presidente del CeSPI, On. Piero Fassino.

Nel corso della prima sessione dedicata all’istruzione degli adulti si è illustrato il contesto nazionale ed europeo con gli interventi di MIUR, Agenzia Erasmus+ Indire, Unità Epale Italia, Rappresentanza in Italia della Commissione europea.

La seconda sessione si è incentrata sull’educazione carceraria come diritto individuale ma anche occasione per tutta la società di agire per il recupero delle persone. Importanti in tal senso gli interventi del Sottosegretario alla Giustizia, Andrea Giorgis, e di Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale. Entrambe le sessioni del mattino sono state moderate da Ada Maurizio Dirigente scolastico del Cpia 3 di Roma.

La sessione pomeridiana moderata da Vittoria Gallina, ha presentato esperienze dalla scuola dai Cpia e dal carcere. (Guarda il programma dettagliato del convegno)

L’istruzione degli adulti è centrale per lo sviluppo sostenibile, ma tanti sono gli aspetti ad alta criticità e degni quindi della massima attenzione in Europa e, soprattutto, in Italia. Come Paese il tema ci interessa sia per le ripercussioni dirette e indirette sul mondo del lavoro, con il ripetersi delle occasioni perse per nuove assunzioni in mancanza di adeguate competenze, sia per le conseguenze sociali, per le nuove esigenze formative espresse da una popolazione che sta cambiando, ma che non trovano corrispondenza nel sistema dell’istruzione e della formazione attuale.

L’analfabetismo, che nel mondo interessa 750 milioni di persone di cui due terzi donne (dati Onu 2019), i bassi livelli di competenze e di qualifiche, l’analfabetismo funzionale sono alcuni tra i dati che registrano valori di allarme per il nostro Paese secondo le più importanti indagini internazionali. In Italia al quadro nazionale già complesso, dominato da un tasso di abbandono scolastico tra i più alti d’Europa (14,5% nel 2018) e dall’aumento del divario territoriale tra Nord e Sud, si aggiungono due elementi specifici che non possono più essere ignorati nelle poltiche di istruzione e formazione: il calo demografico e l’aumento della popolazione straniera. Nuovi target per la scuola, gli adulti e i migranti, che ci trovano impreparati sul fronte degli investimenti e della formazione dei docenti.

Dal mondo del lavoro poi arrivano segnali sempre più chiari che spingono a una rilettura del sistema formativo, e quanto fatto sta producendo risultati, ma sempre sul target più giovane.

“L’istruzione e la formazione non devono avere confini. In un Paese avanzato apprendimento permanente vuol dire che quando sei nei percorsi di istruzione e formazione devi contaminarti con il lavoro e quando sei adulto e lavori devi restare in contatto con la formazione. Questo giova tantissimo alle persone, alla società oltre che al sistema economico”, ha detto Carmela Palumbo, capo del Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione del MIUR parlando degli ottimi risultati conseguiti in termini di occupazione dai percorsi di apprendistato, di alternanza scuola-lavoro, e dai percorsi regionali di formazione professionale. Quando ci rivolgeremo anche agli adulti in questo progetto?

Sul fronte delle politiche nazionali, nonostante la riforma in atto, il sistema dei Cpia e tutta l’istruzione degli adulti sconta ancora enormi difficioltà per la scarsità di risorse economiche dedicate e la discontinuità nelle risorse umane assegnate. Ma osservando l’andamento demografico si possono leggere quali saranno i bisogni formativi prevalenti del futuro per la scuola.

“Oggi si registra una diminuzione della popolazione studentesca di oltre 62000 unità all’anno, l’Ocse ci dice chiaramente che in 10 anni avremo 1 milione di alunni in meno” ha aggiunto Palumbo “questa può essere l’occasione per ripensare quale sia l’utilizzo ottimale delle nostre risorse, verso la costruzione di un settore che guardi all’apprendimento permanente nella sua globalità, dall’istruzione alla formazione o riqualificazione professionale”.

Se l’apprendimento deve restare attivo per un termine più lungo e consentire di rigenerare più volte le competenze degli adulti, come richiesto dalle rivoluzioni tecnologiche in corso, anche il ruolo della formazione deve essere ripensato.

Lorenza Venturi, responsabile dell’Unità nazionale EPALE, ha parlato delle politiche europee in materia di educazione degli adulti che vanno in questa direzione e puntano a realizzare un’Europa più inclusiva e a dare maggiori possibilità di lavoro e di miglioramento di vita per tutti, sottolineando quindi la necessità di rafforzare l’impegno ad aumentare il coinvolgimento nei percorsi di formazione.

Il numero di persone che conseguono titoli di studio più alti non è sufficiente a coprire le richieste di un mondo sempre più complesso che si avvia verso una nuova rivoluzione tecnologica. Quest’ultimo dato rappresenta un elemento di attenzione non solo in sé ma anche per la correlazione con la percentuale di persone che continuano ad aggiornarsi e a prendersi cura della propria formazione. “Se in Italia la percentuale di adulti coinvolti in percorsi di apprendimento formale e non (8,1%) è al di sotto della media europea (11,1%), leggendo in dettaglio il dato ci rivela che questi sono prevalentemente persone con livelli di istruzione più elevata”, ha detto Venturi.

In questo il Programma Erasmus ha dato un contributo concreto, “coinvolgendo nella mobilità per aggiornamento dello staff oltre 6000 operatori del settore EDA”, ha detto Sara Pagliai, coordinatrice dell’Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire, “e un totale di 9 milioni di persone in Europa nel corso dei suoi 30 anni di attività sui vari settori di intervento”. L’annunciato aumento del badget per il nuovo Programma 2021-2027 consentirà di ampliare ancora questa possibilità. “Forse Erasmus non cambierà il mondo” ha concluso Pagliai “ma sicuramente per coloro che avranno la forza di mettersi in gioco e aprire la propria mente, è un’occasione che cambia la vita”.

 

Guarda la registrazione video della prima sessione “Istruzione degli adulti”: 

>> Guarda la registrazione video della seconda sessione “Scuola in carcere”

>> Guarda la registrazione video della terza sessione “Esperienze a confronto”

 

Riferimenti: