Dall’Erasmus alla BCE: Giovanni Casula, un bell’esempio di brain circulation

 

Giovanni Casula è un ragazzo di 27 anni, ex studente dell’Università degli Studi di Cagliari dove s è laureato con lode in Economia. Il suo percorso accademico lo ha visto partecipare al Programma Erasmus in mobilità internazionale per Studio e per Traineeship, nell’a.a. 2014-2015. Al termine del percorso accademico, Giovanni è stato per tre anni assistente alla cattedra di matematica presso il suo ateneo. E’ coautore del libro “Fondamenti di Matematica per le Scienze Economiche, Aziendali e Finanziarie” (Aracne Editrice, 2014), poi adottato nei corsi di laurea di economia e gestione aziendale della stessa Università. Ex-specialista del gruppo BNP Paribas, oggi è analista in Banca Centrale Europea. La sua tesi di laurea è stata presentata al Fiscal Policies Research Forum della BCE. E’ membro del BIRD Group, che riunisce rappresentanti delle banche centrali e delle banche commerciali in tutta Europa.

Lo abbiamo intervistato per capire quanto di Erasmus c’è nel suo brillante percorso professionale.

 

D: Che tipo di esperienza Erasmus hai fatto?
R: Ho sfruttato tutti i dodici mesi che i regolamenti Erasmus+ mi consentivano di utilizzare: un intero anno accademico a Varsavia, e tre mesi di tirocinio presso il gruppo BNP Paribas, nell’amministrazione dei fondi pensione, a cui è seguito un contratto come Junior Specialist. Scelsi Varsavia perché la Facoltà di Economia offriva ottimi corsi di econometria avanzata, sia micro che macro, che è sempre stata la mia passione negli studi. La città ha una storia molto bella, è piena di parchi e la spiaggia al tramonto è qualcosa di molto suggestivo. Certo, niente a che vedere con la spiaggia della mia adorata Sardegna!

 

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[Tramonto in spiaggia a Varsavia, Settembre 2014]

 

D: Cosa rappresenta per te il programma Erasmus?
R: Intanto rappresenta uno dei piu’ noti programmi promossi dall’Unione Europea. E’ stato (e continua ad essere) un grandissimo e lungimirante investimento in capitale umano che ha consentito a intere generazioni di migliorare le proprie competenze in un contesto multiculturale. Oggi il mondo del lavoro ti richiede esperienze e competenze trasversali, meglio ancora se acquisite in ambito internazionale: l’Universitá viene incontro a queste esigenze soprattutto attraverso i vari programmi Erasmus. Occorre tuttavia ricordare che Erasmus viene reso possibile grazie al costante impegno dei tanti funzionari delle Università che consentono l’implementazione del programma: ricordo, per esempio, il supporto che l’Ufficio Mobilità Studentesca dell’Universitá di Cagliari ci diede. Parliamo di un ufficio che con limitatissime risorse umane riesce ogni giorno a fronte alle richieste di centinaia e centinaia di studenti in partenza e in arrivo. Ricordo addirittura email scambiate il sabato sera, quando in realtà gli uffici dovrebbero essere chiusi. Questi sono veri esempi di eccellenza nella nostra pubblica amministrazione: persone che svolgono il proprio mestiere con grande passione, dedizione, e sacrificio, e che si prodigano per fare in modo che il “sogno Erasmus” di tanti studenti diventi una realtà.

 

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[Giovanni e il team in BNP Paribas, Gennaio 2015]

 

D: Ti ha cambiato la vita questa esperienza?
R: Assolutamente si: l’Erasmus studio è un concentrato di amici, esperienze, passioni e viaggi che ti stravolgono la vita e ti lasciano dentro tanti bei ricordi. Il traineeship mi ha consentito di svolgere un’esperienza di alto profilo nel settore bancario, in uno dei gruppi piu’ importanti in Europa.

 

Giovanni Casula
[Giovanni alla conferenza “Erasmus, l’Europa che accoglie”, Cagliari, Maggio 2016]

 

D: Cosa suggeriresti ai ragazzi che vorrebbero fare questa esperienza ma che sono ancora riluttanti?
R: Suggerirei loro di farsi coraggio e partire: il viaggio è un’esperienza unica che li cambierà per tutta la vita. Certo, è difficile, soprattutto per chi viene da un’Isola come me, lasciare la famiglia e gli affetti e partire per il “lungo viaggio”. Ma il mondo oggi è interconnesso: esistono aerei, videochiamate e messaggistica istantanea per rimanere costantemente in contatto.

 

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[Il Palazzo della Vigilanza BCE a Francoforte]

 

D: Di cosa ti occupi al momento?
R: Lavoro come Research Analyst in Banca Centrale Europea, nel campo dei supervisory e regulatory reporting requirements. Il lavoro è molto interessante: ogni tre mesi incontriamo i rappresentanti delle Banche Centrali Nazionali (Bankitalia, Bundesbank, Banco de España ecc.) e i rappresentanti dell’industria bancaria. In genere ogni incontro viene fatto in capitali europee diverse. Una delle missioni che mi è rimasta nel cuore è stata a Madrid: le riunioni si svolsero dentro il Banco de España, nel suo palazzo storico in pieno centro, proprio alla fine della Gran Via. Il Palazzo conserva al suo interno pezzi d’arte di una bellezza straordinaria, che spero un giorno possano essere visitabili al grande pubblico. A conclusione delle riunioni, avere la possibilità di vedersi di fronte l’immenso Parco del Retiro rappresenta un privilegio unico. Il prossimo viaggio sarà a Vienna, e non vedo l’ora!

 

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[ BIRD Group a Roma, Palazzo Koch (Bankitalia)]

 

D: Com’è l’ambiente di lavoro?
R: La BCE è un’istituzione molto grande e complessa, che oggi è anche equipaggiata con i suoi due “bracci operativi”: la Vigilanza bancaria del Single Supervisory Board e la Risoluzione Unica del Single Resolution Board. Per definizione si tratta di un ambiente internazionale: ho colleghi da tutta Europa. Ovviamente l’esperienza Erasmus nel curriculum ed un profilo dal respiro internazionale rappresentano un vantaggio notevole nei processi di selezione del personale (questo vale in generale nel recruitment in tutte le istituzioni europee e nelle organizzazioni internazionali).
Inoltre la BCE è un centro di eccellenza per la ricerca economica: io ho avuto l’onore di presentare la mia tesi di laurea al Fiscal Policy Research Forum della BCE. La tesi si basa su un modello di microsimulazione in grado di prevedere la distribuzione dei redditi di un paese, e simulare gli effetti di qualsiasi politica fiscale (rispondendo a domande del tipo: quanto costerà la politica del Governo? quali fonti di finanziamento usare? chi saranno i beneficiari?). Nel mio caso, calibrai il modello in modo tale da identificare in Italia circa 12 miliardi di finanziamenti per politiche fiscali atte a ridurre la povertà dei bambini, delle mamme single e dei papà separati.

 

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[Riunione BIRD Group, Marzo 2017]

 

D: La BCE è certamente un osservatorio privilegiato: come percepisci il nostro Paese da Francoforte?
R: Sotto certi aspetti siamo un’eccellenza. Si pensi alla preparazione universitaria degli studenti italiani, che è veramente di altissimo livello. Questo ci porta ad avere bravissimi ricercatori (soprattutto nel campo medico, ingegneristico, informatico ed economico). E questo ci fa onore, perché tutti all’estero riconoscono quanto il nostro sistema universitario sia di grande qualità. Credere nel sistema pubblico porta sempre ottimi risultati: investire nelle scuole, nelle università, negli ospedali ripaga sempre nel medio-lungo periodo.
Ovviamente, come in tutti i Paesi, scontiamo alcuni punti di debolezza…

D: Alcuni esempi?
R: Quando leggo la rassegna stampa la mattina, almeno su alcuni temi, ho l’impressione che il nostro Paese possa fare molto di piu’. Consideriamo il tema dei bambini nel nostro Paese: i dati ISTAT ci dicono che nell’arco di un decennio la povertà e le diseguaglianze sono aumentate. La forbice tra chi ha tanto e chi non ha nulla si è allargata, complice la crisi e la disoccupazione. Questo ha portato tante mamme e tanti papà single e separati a una condizione di deprivazione materiale insostenibile. A farne le spese sono soprattutto giovani e bambini sotto i dodici anni. E non esiste un sistema di protezione a livello nazionale per supportare economicamente questi soggetti.
A questo si aggiunge il fatto che, ancora oggi, abbiamo decine di migliaia di bambini negli orfanotrofi. Servono due interventi: velocizzare i processi di adozione (dando piu’ risorse ai tribunali) e aumentare la platea dei futuri genitori, per fare in modo che la domanda raggiunga i livelli dell’offerta. Ci sono tante coppie, formate da due mamme o due papà, che da anni chiedono a gran voce di poter adottare, e che potrebbero garantire una vita normale a questi bambini, fuori dalle strutture per minori. Ancora non esiste una legge che consenta loro di farlo. Lo trovo semplicemente incomprensibile.

 

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[Palazzo BCE. Nello sfondo: lo skyline di Francoforte – Fonte: Seele]

 

D: Quanto conta il programma Erasmus per un Paese come l’Italia?
R: Tantissimo. E non solo per il nostro Paese. Oggi uno dei grandi problemi nell’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro è quello del mismatch: nelle regioni dove il lavoro c’è, vi è difficoltà a trovare il candidato con le giuste skills. Erasmus (in tutte le sue forme: dallo studio, al traineeship fino al programma per imprenditori) riesce a colmare questo vuoto: i dati comunitari ci dicono che, a parità di altre condizioni, ad un anno dal conseguimento del titolo i ragazzi che hanno fatto un’esperienza Erasmus trovano piu’ facilmente lavoro e, in media, guadagnano anche di piu’. Questo è tutto capitale umano che fa onore al nostro Paese.

 

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[Il Palazzo della BCE a Francoforte. Fonte: BCE]

 

D: Com’è la vita a Francoforte? Come spendi il tempo libero?
R: Francoforte ha un ottimo sistema di trasporti pubblici, ma è comodissimo spostarsi anche in bicicletta (la città è veramente bike-friendly). Ha anche una bellissima Opera, un teatro inglese, e tanti musei da visitare la domenica.
Nel tempo libero mi piace molto cucinare (passione che ho ereditato dalla mia famiglia) e uscire con amici per una birra o per provare nuovi ristoranti.
Quando la sera torno a casa dopo la palestra o il nuoto, mi piace leggere. Proprio in queste settimane la stessa casa editrice che ha pubblicato un mio libro di matematica ha anche pubblicato un romanzo bellissimo (“Un Viaggiatore”, Aracne Editrice 2017) di Luca Bortolussi, un caro amico d’infanzia che, oltre ad essere uno stimato collega nel risk management della BCE, è anche un ottimo scrittore. E’ un libro che consiglio vivamente a tutti i “viaggiatori”, erasmus e non! Magari da leggere di fronte a un bel tramonto, in spiaggia, nella mia adorata Sardegna.

 

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[Tramonto sullo skyline di Francoforte]

 

 

Alessia Ricci

Ufficio Comunicazione
Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire