Erasmus+ per lo spirito d’iniziativa e imprenditorialità degli studenti con il progetto EASY
Il progetto “EASY – Entrepreneurial And Skillful Youth” , partenariato strategico Erasmusplus coordinato dall’Istituto Tecnico Morigia Perdisa di Ravenna, ha preso spunto da una delle priorità politiche comuni trasversali identificate dalla Commissione Europea: rafforzare lo spirito di iniziativa e l’imprenditorialità degli studenti.
Nel corso di due anni 25 studenti della scuola hanno incontrato partner europei, hanno lavorato insieme e sperimentato realtà aziendali significative e innovative di ogni territorio.
Hanno usato il pensiero creativo e le abilità del 21esimo secolo per cercare nuove idee e campi di applicazione e attraverso il dibattito, hanno cercato una via di uscita dalla crisi che è comune a tutte e sei le nazioni partecipanti al progetto: Italia, Repubblica Ceca, Turchia, Bulgaria, Lettonia e Portogallo. Il tutto, soggiornando con i propri pari, sperimentando la scuola e l’ambiente familiare e parlando in inglese. Le scuole che hanno partecipato al progetto, tutte diverse per vocazione e tipologia, hanno portato uno specifico contributo sviluppando gli aspetti chiave delle competenze del 21° secolo: l’apprendimento non formale e le capacità linguistiche, le competenze digitali e l’innovazione, l’imprenditorialità e il problem solving.
In questa intervista, realizzata durante un seminario dell’Agenzia nazionale dedicato ai nuovi partenariati finanziati nel 2017, ce ne parlano la professoressa Cristina Casagrande e Giorgia Balestri, una ex alunna dell’Istituto che ha partecipato alle esperienze di mobilità.
Le esperienze di mobilità nei commenti degli studenti in questa intervista
” Un’esperienza che serve per crescere” – ” Dà aspirazioni per il nostro futuro” – “Sono stato trattato come un figlio dalla famiglia ospitante” – ” L’aspetto più bello è stato conoscere altre persone che sono diventate importanti”
Che impatto ha avuto il progetto?
Sugli studenti
- Gli studenti meno motivati accademicamente hanno trovato una grande fonte di motivazione nelle attività del progetto e si sono impegnati di più anche a scuola.
- Molti alunni sono cambiati in modo macroscopico: uno studente DSA ha finalmente cominciato a comunicare in inglese e, forte della sensazione di successo inaspettatamente provata, non si è più fermato; una studentessa ha scelto una facoltà universitaria che è affine al tema del progetto “Comunicazione d’impresa”.
- La vita con la famiglia straniera ha portato i ragazzi a rivalutare le proprie esperienze e questo procedimento ha aperto le loro menti in modo inaspettato.
- N.B. Il 40% di loro non era mai stato all’estero e l’8% ha avuto alcuni problemi iniziali.
Sulle famiglie
- Le famiglie che hanno ospitato hanno allargato gli orizzonti oltre ogni loro aspettativa. Hanno partecipato attivamente a molte attività e hanno espresso gratitudine alla fine del progetto.
- Scuola
- L’IT “Morigia-Perdisa” comprende due realtà completamente diverse: l’istituto tecnico per geometri e l’istituto agrario. Nonostante sulla carta siano un’unica scuola, sono sempre state due realtà separate.
Questo progetto le ha unite in un modo unico e forse irripetibile: gli insegnanti hanno lavorato insieme e gli studenti hanno partecipato alle medesime attività. Per due anni sono state davvero una scuola unica.
Colleghi
- I colleghi che hanno visitato le scuole straniere sono cambiati tantissimo perché hanno sperimentato una realtà completamente diversa: hanno visto un modo diverso di fare scuola e si sono avvicinati alle TIC più recenti. Molti hanno intrapreso un percorso di qualifica della lingua inglese.
Territorio
- I colleghi delle scuole di RA sono stati spinti all’imitazione: altri progetti Erasmus+ sono nati nel territorio.
Alcuni consigli per i nuovi partenariati
- Strutturare il più possibile le mobilità dandosi delle regole precise sul da farsi declinandole in attività da fare PRIMA, DURANTE e DOPO. Il tempo speso inizialmente per questa organizzazione è considerevole, ma garantisce risultati e dà valore aggiunto a tutte le iniziative.
- Condividere con i partner l’idea di ospitalità e cosa comporti: darsi regole precise al più presto onde evitare situazioni che necessitano azioni correttive in itinere (es. Se la famiglia non ha una stanza per gli ospiti, è il ragazzo/la ragazza che ospita che va sul divano. La ratio è: il disagio lo sopporta meglio chi è a casa propria).
- Affrontare il Mobility Tool con gradualità e regolarmente
- Dialogare sempre tanto per prevenire e risolvere i problemi.
Per approfondire
Visita il sito del progetto
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