Se in una delle circolari che vi leggono a scuola c’è scritto Erasmus, informatevi e fatelo!
Paolo e Marco sono due studenti della classe 5B indirizzo Informatico dell’I.T.T.S. “A. Volta” di Perugia, Istituto che da oltre 10 anni ha lavorato facendo della dimensione europea un percorso di opportunità per docenti e studenti e una ricchezza per la scuola e il territorio. L’articolo che pubblichiamo di seguito è stato scritto in occasione delle celebrazioni per i 30 anni del Programma Erasmus, lo scorso 13 ottobre per l’Erasmusday a Perugia, nella sede del Consiglio regionale e nasce dalle esperienze di mobilità vissute grazie al partenariato strategico KA2 ” WAY TO GO, Paths of life” e alla partecipazione al concorso” Giovani Idee: Working for Europe” promosso da AICCRE, per il quale i due giovani sono stati premiati il 24 gennaio scorso dalla Presidente della Regione Umbria, Donatella Porzi a Perugia. (ndr)
Per i 30 anni dell’Erasmus abbiamo intervistato vari docenti, tra cui un professore che ci ha rivelato il suo disappunto verso l’Unione Europea, definendola come una creatura imperfetta, un progetto dalle buone intenzioni che andrebbe riparametrato. Ma alla domanda “Cosa è per te l’Erasmus?” il suo volto si è illuminato e ha iniziato a descrivere con gioia quello che lui ha definito “una delle poche cose buone dell’Europa”, lui che oltre che insegnante è anche guida turistica e padre, ha vissuto questa esperienza a 360 gradi e sa cosa vuole dire essere a contatto con ciò che l’Unione Europea effettivamente è, le persone che la abitano. Noi queste persone le abbiamo conosciute.
Siamo stati in grado di conoscere un’Unione diversa da quell’organismo tanto lontano che vediamo nei telegiornali e di cui i nostri genitori si lamentano. Un ragazzo non sarà mai in grado di capire a fondo l’Europa finché non avrà vissuto come un altro ragazzo europeo, finché non avrà appreso la sua cultura, finché non avrà conosciuto i segreti della sua patria e finché non avrà insegnato a un croato la differenza tra Perugino, Bastiolo e Magionese.
Le nostre esperienze in Finlandia, Islanda e Spagna hanno segnato in noi un cambiamento netto, radicale. Abbiamo visto luoghi mozzafiato, incontrato persone stupende (più dei luoghi a dire il vero, senza offesa però) e assaggiato cibo disgustoso (la pasta col ketchup non va bene, spagnoli…). Persone del genere non le dimentichi facilmente, ognuno era divertente a modo suo, ognuno era saggio a modo suo, ognuno era pazzo a modo suo: riflettevano l’immagine di ciò che di più bello ha da offrire il loro paese e allo stesso tempo trascendevano gli stereotipi.
A noi è stato chiesto decine e decine di volte di descrivere la nostra esperienza e decine e decine di volte non siamo riusciti a rendergli giustizia (e non ci riusciremo neanche questa volta) perché le parole giuste per raccontare e trasmettervi ciò che per noi è stato l’Erasmus semplicemente non esistono.
A questo punto non possiamo che darvi un esplicito consiglio: fatelo! Se ne avete la possibilità, fatelo.
Se in una delle circolari che vi leggono a scuola, di cui solitamente il prof della prima ora si lamenta, c’è scritto “Erasmus”, informatevi e fatelo. Lasciatevi alle spalle l’Italia e entrate per la prima volta in Europa!
di Paolo Speziali e Marco Werson
I.T.T.S. “A. Volta” di Perugia