A coronamento dei festeggiamenti in Italia per i 20 anni del Servizio Volontario Europeo, l’Agenzia Nazionale per i Giovani ha realizzato la pubblicazione SVEliamo l’Europa. Obiettivo dell’indagine far emergere, attraverso dati e testimonianze di ex volontari italiani ed enti accreditati SVE, ma anche grazie a spunti, riflessioni e approfondimenti, l’importanza dell’esperienza dello SVE per i giovani partecipanti ed il prezioso lavoro svolto dalle organizzazioni accreditate sul territorio italiano.
Evidenziamo qui i principali elementi emersi rispetto ai giovani volontari.
La parola ai giovani
Attraverso un questionario di monitoraggio appositamente elaborato, l’Agenzia Nazionale per i Giovani ha proposto agli ex volontari italiani che hanno partecipato al Servizio Volontario Europeo nell’ambito dei programmi Erasmus+ e Gioventù in Azione, un set di domande su attività svolta in servizio, attuale impegno in corsi di studi, attività lavorativa, stage, competenze chiave attraverso l’esperienza di volontariato, partecipazione alla vita sociale, civica, politica.
Dei 548 ex volontari italiani partecipanti al monitoraggio, oltre il 68% del campione è rappresentato da giovani di sesso femminile e circa il 60% è costituito da giovani nella fascia d’età tra i 25 e i 31 anni.
Spagna, Francia, Germania, Polonia rappresentano alcune delle destinazioni privilegiate dai giovani, mentre tra i settori di attività del progetto più idonei a soddisfare i loro interessi e attitudini troviamo la partecipazione, l’animazione socio-educativa, le politiche per i giovani, la creatività e la cultura, l’accesso allo svantaggio, l’educazione all’interculturalità e all’apprendimento permanente, l’ambiente e i cambiamenti climatici.
Più del 70% del campione ha partecipato a progetti per un periodo compreso tra 6 e 12 mesi, a testimonianza del fatto che l’impegno di servizio volontario di lunga durata assicura una migliore performance di apprendimento, maggiori competenze, comprese quelle linguistiche utili alla crescita personale, sociale e professionale, oltre ad apportare un rilevante beneficio alla comunità locale che ospita i volontari.
I benefici sociali e individuali
I benefici acquisiti dai volontari in termini di esperienze, conoscenze e competenze sono molto evidenti e rappresentano il segno tangibile della validità dei progetti di SVE. L’analisi complessiva dei dati sulle competenze chiave, quella combinazione di conoscenze, abilità e attitudini di cui tutti hanno bisogno per la propria realizzazione e sviluppo personale, evidenzia infatti che la percezione degli ex volontari corrisponde ad un netto miglioramento di gran parte delle competenze, in particolare: la comunicazione nelle lingue straniere (confermato da oltre il 97% del campione), le competenze sociali e civiche (oltre il 96%), la consapevolezza ed espressione culturali (oltre il 95%), lo spirito di iniziativa e imprenditorialità (oltre il 90%).
A seguito dell’esperienza all’estero, molti degli ex volontari hanno modificato i loro comportamenti e atteggiamenti ed accresciuto il loro impegno nella collettività: il 74% del campione afferma di partecipare più attivamente alla vita sociale e politica, più dell’82% dichiara di interessarsi alle tematiche europee e di essere più impegnato nella lotta contro la discriminazione, l’intolleranza, il razzismo, più del 95% afferma di essere maggiormente ricettivo al multiculturalismo, oltre l’86% è oggi più consapevole dell’importanza dell’inclusione dei giovani con minori opportunità.
I benefici acquisiti a livello personale riguardano invece la maggiore sicurezza nel viaggiare in altri Paesi per motivi di studio o lavoro (96% del campione), l’intenzione di sviluppare ancor più le proprie competenze nelle lingue straniere (oltre il 92%), l’accresciuta capacità nel pianificare e organizzare progetti (89%).
I giovani italiani apprezzano molto la possibilità di combinare il valore sociale dell’esperienza di volontariato con l’opportunità di acquisire sul campo nuove competenze, ricavando dall’esperienza anche un beneficio individuale.
Il presente e il futuro
In cosa sono impegnati ora gli ex volontari SVE? Poco meno del 50% di loro sta svolgendo un’attività lavorativa in Italia o all’estero: oltre il 44% ha ricevuto un’offerta di impiego al termine dell’esperienza all’estero e lavora nello stesso ente in cui ha svolto il Servizio Volontario Europeo, mentre oltre il 38% sta svolgendo un’attività lavorativa nello stesso settore professionale nel quale ha svolto lo SVE.
In merito all’utilità dell’esperienza all’estero, oltre l’89% degli intervistati dichiara che il Servizio Volontario Europeo gli ha permesso di sviluppare e/o acquisire competenze che ha potuto spendere nell’attuale attività lavorativa.
Circa il 22% degli ex volontari è invece impegnato in un percorso di studi in Italia o all’estero: il 39% dichiara che il Servizio Volontario Europeo è stato propedeutico al successivo percorso di studi, mentre oltre il 56% afferma di avere reindirizzato il proprio percorso di studi dopo l’esperienza di SVE.
Oltre l’8% del campione dichiara di essere attualmente impegnato in un’attività formativa o di orientamento, attraverso le formule del tirocinio, dello stage, del Servizio Civile, in Italia o all’estero. Poco meno del 20% degli intervistati è al momento inattivo.
Un’esperienza di crescita
L’86% del campione ha dichiarato di essere pronto a ripetere l’esperienza SVE e/o a volerla consigliare ad altri giovani. Gli abbiamo chiesto il perché e le risposte sono state chiare e inequivocabili: un’esperienza bellissima, importante, che cambia la vita, indimenticabile, che ti apre la mente. Il termine maggiormente utilizzato per testimoniarne il valore è stato quello dell’importanza del percorso/esperienza di crescita sotto tutti i profili: personale, professionale, culturale, sociale, umano.
Innumerevoli altri elementi nelle loro testimonianze mettono in luce il valore intrinseco del Servizio Volontario Europeo e gli effetti positivi per gli individui e la collettività.
C’è molto altro da sapere e conoscere!
Il testo integrale con le parole e le immagini dei volontari nei capitoli 2 e 3 della pubblicazione.