Al Festival d’Europa 2015, sul palco di Erasmus+ abbiamo parlato dell’importanza delle emozioni a scuola, del ruolo delle relazioni affettive, di come far diventare gli alunni protagonisti del proprio apprendimento. Ne abbiamo parlato con il regista Federico Bondi, autore insieme a Clemente Bicocchi, del docufilm “Educazione affettiva” e con la professoressa Claudia Vitale e alcuni alunni dell’Istituto Giotto Ulivi di Borgo San Lorenzo, Firenze, protagonisti di un progetto che li ha fatti diventare insegnanti per un giorno.
“Be a teacher for a day” è un piccolo esperimento che ho attivato nelle mie classi prime e seconde presso l’I.I.S Giotto Ulivi di Borgo San Lorenzo per attivare gli studenti e le studentesse, incoraggiarli ad una maggiore cooperazione e soprattutto renderli autonomi protagonisti del proprio apprendimento.
Il progetto prevede che siano gli stessi gli studenti a scegliere il loro insegnante e che lui/lei decida poi come costruire la lezione. Il ruolo della docente (la sottoscritta) è solo quello di guida e facilitatore. I ragazzi gestiscono la lezione non solo logisticamente ma anche tenendo conto dei tempi e si organizzano in maniera autonoma attivando le proprie risorse e le proprie abilità.
La classe 1F del liceo linguistico ha scelto di strutturare la lezione sul tema delle emozioni, la classe 1E sempre del liceo, ha costruito la lezione sugli aggettivi di sentimento (adjectives of feelings) mentre la classe 2H dell’istituto tecnico, ha pensato di lavorare sul rapporto “insegnante-studente” creando una mappa concettuale alla lavagna con gli aggettivi che la definiscono.
In tutte le attività gli studenti hanno scelto di far cooperare tutta la classe o in gruppi di lavoro o in plenaria.
L’emozione alla base dell’apprendimento
L’idea di filmare i ragazzi è nata sull’onda delle tante emozioni da me provate durante la visione del film “Educazione affettiva”.
Filmare i ragazzi mi ha permesso di osservarli con occhi diversi, di conoscerli in maniera anche nuova e ha concesso loro uno spazio autonomo; al contempo ha creato una nuova dimensione in classe, più ludica ma non per questo meno educativa anzi, al contrario, educativa proprio perché ludica. L’apprendimento diventa avventurosa scoperta, permette la cooperazione, l’aiuto reciproco. Il gioco, serissimo e piacevole allo stesso tempo, ha attivato nuove risorse, ha permesso nuove scoperte, ha generato emozione.
L’emozione è il fondamento dell’apprendimento.
Guarda il video realizzato in classe:
Be a teacher for a day ,
per una scuola delle emozioni, della cura, dell’empatia
Emozionarsi a scuola significa stare a scuola in un modo diverso, più vero e più autentico. Emozionarsi permette alla memoria a lungo termine di attivarsi e svilupparsi perché è proprio la dimensione del piacere e dell’affettività ad essere coinvolta, come recitano le ultime scoperte in ambito neuroscientifico. Le emozioni si trasformano in ricordi: i sentimenti provati durante la lezione, gli scherzi, le risate, le incomprensioni, le difficoltà emotive diventano parte integrante del processo di apprendimento stesso: si cresce come persone, come essere umani colti in tutta la propria complessità.
Essere insegnante per un giorno significa acquisire fiducia in se stessi, crederci, crescere, scoprirsi diversi.
Essere alunna per un giorno ha significato per me mettermi in gioco, mettermi in ascolto empatico.
Ogni anno partecipo alla marcia di Barbiana, porto dei fiori a Don Milani e invito tanti studenti. Per 5 anni sono andata sola, quest’anno invece eravamo 4 anche con qualche genitore. Un momento di unione straordinario. Un momento di dialogo importantissimo.
Amo insegnare, credo nella scuola pubblica. Credere e amare la scuola significa credere e amare i giovani e il loro futuro.Insegnare mi dà gioia e speranza. Mi fa sentire viva. Mi innamoro ogni giorno del mio bellissimo lavoro che per me è una vocazione, una responsabilità civile e morale.
Don Milani diceva che “far andare nel mondo un ragazzo senza istruzione è mandare nel mondo un uccellino senza ali”.
Io mi sento fiera e orgogliosa di poter aiutare tanti giovani, tante persone, gli adulti di domani.
Insegnare è un gesto di amore, è un dono bellissimo”.
di Claudia Vitale,
I.I.S. Giotto Ulivi, Borgo San Lorenzo Firenze