Il Programma Erasmus+ sostiene lo sviluppo professionale del personale accademico secondo un approccio strategico finalizzato a modernizzare e internazionalizzare la sua missione, con un ritorno sul sistema stesso. Prevede da una parte incarichi di docenza all’estero, dall’altra incentiva periodi di formazione, articolati in workshop, attività di affiancamento o training, permettendo al beneficiario di mettere a frutto le proprie competenze ed acquisirne altre, con effetti positivi sulla professionalità del singolo e a beneficio dell’intera organizzazione sia di invio che di destinazione.
Nel 2014/2015 2.583 docenti o staff (1.871 all’estero per insegnamento e 712 per formazione) hanno ricevuto un contributo Erasmus+, con la specifica che il numero dei docenti all’estero per incarichi di docenza manifesta un leggero decremento (-3,7%), mentre l’adesione alle attività di formazione, che coinvolge sia docenti che personale tecnico-amministrativo, è in crescita (+9,2%) rispetto al 2013/2014.
L’Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire ha analizzato 2.329 Participant Report, il questionario comunitario che il partecipante è tenuto a compilare al rientro dalla mobilità, raccogliendo informazioni sull’impatto della mobilità dello staff sull’istituto di appartenenza e di destinazione, sulle modalità di riconoscimento e, infine, sul grado di soddisfazione generale dell’esperienza all’estero.
Più che in passato la mobilità del personale rientra nella strategia di internazionalizzazione intrapresa dagli Istituti di Istruzione Superiore tanto che l’88% dei partecipanti dichiara di essere stato fortemente incoraggiato a partire dal proprio Ateneo, nell’ottica di rafforzare la cooperazione con le organizzazioni partner, aprendo anche nuove strade per i percorsi formativi degli studenti. Nell’approcciarsi alla mobilità internazionale i nostri beneficiari sono motivati dalla necessità di acquisire conoscenze e know-how specifico attraverso le buone pratiche apprese all’estero, sviluppare le proprie capacità professionali e aumentare la rilevanza della disciplina insegnata; consensi altrettanto evidenti si hanno nel rafforzare le relazioni con le istituzioni straniere e creare nuove reti di contatto, condividere conoscenze e abilità con gli studenti e incrementare la qualità e quantità della mobilità da e verso il proprio istituto.
Il riconoscimento del periodo di mobilità viene trattato in maniera discrezionale secondo diverse modalità da parte dell’organizzazione di invio. In generale il 46% delle risposte mette in evidenza il ricorso a un riconoscimento non formale o addirittura ad alcuna forma di certificazione finale. Nello specifico il 30% dei beneficiari dichiara che si aspetta un riconoscimento non formale e il 16% nessun riconoscimento. Se si analizzano separatamente le due tipologie di attività, si deduce che nell’ambito della formazione prevale un tipo di riconoscimento non ufficiale, per le docenze, invece, è altrettanto diffuso inserire il periodo all’estero nel piano di lavoro annuale. Considerare il periodo di mobilità nella valutazione annuale delle performance riguarda il 22% dei docenti e il 15% dello staff in formazione. Le opinioni sul tipo di riconoscimento si dividono tra coloro che si dichiarano soddisfatti del trattamento (il 48% dei casi) e coloro che invece pensano che si potrebbero adottare altre forme (quasi un terzo delle risposte) o comunque hanno dei dubbi su come viene affrontato l’argomento dalla propria istituzione (il 22% delle risposte); infatti quando al beneficiario viene chiesto quale forma di riconoscimento sarebbe opportuna la risposta prevalente riguarda l’inserimento della mobilità nella valutazione finale delle attività e nel piano di lavoro annuali, il che ne aumenterebbe il peso all’interno dell’organizzazione e riconoscerebbe il valore aggiunto che l’esperienza all’estero apporta all’attività lavorativa.
In entrambe le tipologie di mobilità il livello di gradimento generale è molto alto, con il 98% dei partecipanti che si dichiara molto soddisfatto (80%) o abbastanza soddisfatto (18%); inoltre, a conferma dell’esito positivo dell’esperienza, la percentuale dei beneficiari che la consiglierebbe ad un collega sfiora il 100%.
di Luisella Silvestri
Unità Studi e Analisi
Agenzia nazionale Erasmus+ INDIRE