Lunedì 22 settembre la Commissione ha presentato i risultati di un interessantissimo studio sull’impatto della mobilità internazionale sia sulle capacità individuali che sul mercato del lavoro.
Attraverso 5 sondaggi, nel 2013 i ricercatori hanno raccolto le risposte di 78.891 individui tra studenti, ex studenti e personale docente e non docente, con un’esperienza di tipo internazionale anche diversa dall’Erasmus. Forse uno degli studi più ampi mai fatti, ha coinvolto anche i “non mobili”, dando effettivamente la possibilità di confrontare gli esiti di un periodo di studio o formazione all’estero sulle qualità acquisite, risvolti occupazionali e aspetti legati alla personalità. È stata richiesta anche l’opinione ad un campione di imprenditori.
Le motivazioni che spingono lo studente a partire riguardano la voglia di mettersi in gioco in una realtà diversa, sviluppando caratteristiche come tolleranza, fiducia in sé stessi, abilità nella risoluzione dei problemi, curiosità, consapevolezza di pregi e difetti, risolutezza, aspetti molto apprezzati dai datori di lavoro. Lo studio ha rivelato che ad un tirocinante Erasmus su tre è stato offerto un posto di lavoro nell’azienda ospitante; quasi 1 studente su 10 ha dato vita ad una propria attività e più di 3 su 4 prevedono di farlo, evidenziando una forte spinta all’imprenditorialità tra gli studenti con un’ esperienza di formazione internazionale nel curriculum.
Tra i laureati l’incidenza della disoccupazione di lunga durata è dimezzata rispetto a chi non ha studiato né si è formato all’estero e, a cinque anni dalla laurea, il loro tasso di disoccupazione è più basso del 23% rispetto ai “non mobili”.Gli effetti della mobilità internazionale si riflettono anche sugli sviluppi della carriera: il 64% dei datori di lavoro intervistati, ha dichiarato infatti che ai laureati con un background internazionale sono date maggiori responsabilità professionali.
Importante anche le relazioni sociali generate attraverso il Programma: il 33% degli ex studenti Erasmus ha un partner di un’altra nazionalità, a fronte del 13% di chi rimane a casa, e il 27% degli studenti Erasmus ha incontrato il proprio partner attuale durante il periodo di scambio. In base a questi dati, la Commissione stima che dal 1987 ad oggi siano nati circa un milione di bambini figli di coppie Erasmus, con la grande fortuna di essere bilingui.
Nei prossimi sette anni (2014-2020) il nuovo programma Erasmus+ darà l’opportunità di andare all’estero a 4 milioni di persone, tra cui 2 milioni di studenti e 300 000 docenti dell’istruzione superiore. Inoltre, il programma sovvenzionerà 135 000 scambi di studenti e personale con paesi partner non europei. Erasmus+ sarà ancora più accessibile grazie a un maggiore sostegno linguistico, regole più flessibili e un sostegno supplementare per le persone con esigenze speciali, provenienti da ambienti svantaggiati o da zone isolate.
Articoli sull’argomento:
http://europa.eu/rapid/press-release_IP-14-1025_it.htm
http://www.repubblica.it/scuola/2014/09/22/news/l_erasmus_fa_bene_al_lavoro_giovanile_-96418396/
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-09-22/erasmus–meno-disoccupati-gli-studenti-che-si-formano-estero-173404.shtml
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/22/dallerasmus-sono-nati-un-milione-di-bambini-e-gli-ex-studenti-lavorano-di-piu/1129586/
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2014/09/22/erasmus-ue-riduce-disoccupazione-23_b9c1b352-fed6-4c0e-89bd-a1037e89ec60.html
http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/europa_dei_giovani/2014/09/17/giannini-erasmus-per-tutti-priorita-presidenza-italiana_a4c15edb-ea02-48a9-b562-9b3e405b2e5f.html