Il dirigente scolastico “europeo” nel nuovo quaderno di Eurydice Italia

Elena Maddalena Eurydice, Scuola

Come sono gestite le scuole in Europa e quali prerogative ha la leadership negli istituti scolastici? Quello della guida degli istituti di istruzione e formazione è un tema che è sempre attuale nel settore educativo e che si è nel tempo arricchito di nuovi contenuti, di pari passo all’evoluzione dei compiti e delle responsabilità che oggi si trova ad assumere chi ricopre il ruolo di dirigente scolastico.

I compiti che il capo di istituto oggi svolge vanno, infatti, molto al di là della mera funzione organizzativa e di controllo circoscritta all’attività di insegnamento e alla vita scolastica quotidiana. Al capo di istituto, oggi, sono attribuite sempre più funzioni manageriali, di gestione delle risorse umane e finanziarie ma anche di impulso e promozione dell’attività svolta dall’istituto.

Il nuovo ruolo assunto dal capo di istituto ha portato anche con sé un’attenzione diversa alle caratteristiche che deve avere chi si accinge a ricoprire questa funzione dirigenziale e alle relative modalità di reclutamento dei capi di istituto, a volte anche molto vicine a quelle dei manager del settore privato.

In tutti i paesi europei, per accedere alla posizione di capo di istituto, è necessario avere alle spalle un periodo di insegnamento. Fanno eccezione solo pochi paesi nei quali l’unico requisito formalmente richiesto per diventare capo di istituto è la sola qualifica di insegnante, anche se, di fatto, nella pratica un’esperienza di insegnamento è comunque considerata un valore aggiunto.

Alla pratica di insegnamento possono essere associati anche altri requisiti, nella maggior parte dei casi si richiede una formazione specifica come dirigenti – e sono questi i paesi in cui è proprio la funzione stessa del capo di istituto ad avere maggiormente carattere manageriale – oppure un’esperienza amministrativa.

Figura 1: Esperienza professionale e formazione per dirigenti ufficialmente richiesta per diventare un capo di istituto, dall’istruzione pre-primaria all’istruzione secondaria superiore (ISCED 1, 1, 2 e 3), 2011/12

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Nella maggior parte dei paesi, circa 20, il capo di istituto è reclutato mediante una procedura ‘aperta’, il che significa che la responsabilità della pubblicazione dei posti vacanti, dell’accoglimento delle candidature e della relativa selezione è decentrata e demandata al soggetto che, in pratica, assume il capo di istituto: la scuola o, a volte, la scuola insieme all’autorità locale.

Il coinvolgimento diretto della scuola nella selezione del proprio capo di istituto può avvenire anche laddove il reclutamento si svolge tramite concorso pubblico. È questo il caso della Spagna che, fra gli 11 paesi che adottano questa procedura di selezione, affida comunque alla scuola stessa il compito di selezionare il candidato più idoneo a fronte comunque di un bando pubblicato dall’autorità competente.

Infine, pochissimi paesi, fra questi Germania e Grecia, scelgono il capo di istituto da una lista di candidati.

Figura 2: Princiapli metodi di reclutamento dei capi di istituto dall’istruzione pre-primaria all’istruzione secondaria superiore (ISCED 0, 1, 2 e 3), 2011/12

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Una volta reclutato, il capo di istituto si trova comunque ad agire all’interno di un sistema di gestione che varia nei diversi paesi, pur potendosi ricondurre a tre tipologie principali.

Nella maggior parte dei paesi, infatti, la gestione della scuola è condivisa da un gruppo riconosciuto formalmente, il che significa che svolge la propria attività con la collaborazione di uno o più vice, o di assistenti amministrativi in numero variabile a seconda della grandezza e complessità della scuola. In alcuni casi, alla gestione della scuola partecipano anche docenti, genitori e studenti. In Portogallo, ad esempio, il consiglio generale della scuola, oltre a definire le regole dell’istituto e avere un forte potere strategico, elegge e può licenziare il capo di istituto.

In una decina di paesi, i gruppi di gestione esistono ma non sono formalmente riconosciuti e hanno compiti specifici per un tempo limitato. Dove, invece, c’è una forte decentralizzazione, spesso è lo stesso capo di istituto che attribuisce i compiti di gestione.

Figura 3: forme di leadership distribuita promosse dall’autorità educativa superiore dall’istruzione pre-primaria all’istruzione secondaria superiore (ISCED 0, 1, 2 e 3), 2011/12

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Nella maggioranza dei paesi, il capo di istituto svolge prevalentemente un’attività di monitoraggio dei processi di apprendimento degli alunni ed è chiamato a mettere in campo tutte quelle misure necessarie per migliorare l’offerta didattica della propria scuola, compresa la verifica e l’organizzazione delle attività di sviluppo professionale continuo dei docenti, così come la valutazione dei docenti stessi.

Al contrario, anche a fronte dell’aumento dell’impegno di tipo manageriale, fra le attività del capo di istituto è sempre meno frequente la sostituzione di insegnanti assenti o l’insegnamento, fatta eccezione per quei paesi in cui alla guida degli istituti ci sono insegnanti della scuola, come nel livello primario in Francia o in Spagna, anche se per loro è previsto un impegno per la docenza ridotto.

Il lavoro del capo di istituto è retribuito spesso in base alle dimensioni della scuola, sia in termini di numero di classi che di numero di alunni frequentanti. Altri fattori, quali gli anni di esperienza di insegnamento, o il livello di istruzione a cui la scuola afferisce, possono contribuire a determinare l’ammontare dello stipendio del capo di istituto. Qualunque sia il criterio, o la combinazione di criteri adottati, lo stipendio minimo di chi dirige un istituto scolastico è sempre, in tutti i paesi, più alto di quello degli insegnanti. Così come, nella maggioranza dei paesi, lo stipendio minimo e massimo è superiore al PIL pro capite, con punte superiori al 300% nel Regno Unito e in Portogallo.

Figura 4: Stipendi lordi di base minimi e massimi per i capi di istituto nelle scuole pubbliche rispetto al PIL pro capite a prezzi correnti, in euro, 2015/16

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cover_eurydice-208x300Questi i principali spunti di riflessione sulla figura del capo di istituto in Europa che emergono dall’ultimo volume della collana I Quaderni di Eurydice Italia. Per ulteriori dettagli e per approfondire la gestione degli istituti scolastici e il ruolo del capo di istituto in cinque paesi europei (Finlandia, Francia, Germania, Inghilterra, Spagna), si rimanda alla lettura del Quaderno Il capo di istituto in Europa.

 

di Erika Bartolini
Unità nazionale Eurydice Italia