Il “Pacchetto Mobilità Virtuale”: le buone pratiche condivise dall’Università di Trento

Alessia Ricci Storie, Università

 

In questo periodo particolare l’Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire intende continuare a condividere esperienze di buone pratiche attuate dagli istituti di istruzione superiore. Le risposte all’emergenza sono spesso strabilianti, innovative e coinvolgenti. La dimensione internazionale, il confronto e il sostegno reciproco, tra Partner, risultano di grande aiuto e riescono ad aiutare gli studenti e il personale accademico, entrambi impegnati su fronti molto delicati.

Abbiamo intervistato la Dr.ssa Grazia Callovini, Capo dell’Ufficio Relazioni Internazionali dell’Università degli Studi di Trento. La dottoressa era già intervenuta in occasione dell’ultimo Kick-off dedicato all’Azione Chiave KA103 lo scorso 13 ottobre, nella sessione di condivisione delle buone pratiche.

A seguire trovate l’importante messaggio di Omkar M Khandpekar, studente indiano iscritto al I anno del Corso di Laurea Magistrale in Quantitative and Computational Biology.

 

D: La nuova dimensione, nella quale tutti siamo stati catapultati, ci ha reso anche parte attiva. Così l’università degli studi di Trento ha deciso di attuare una serie di servizi utili ad alimentare la politica di internazionalizzazione di ateneo e a non spegnere la curiosità negli studenti Erasmus incoming. Ci vuole raccontare cosa è emerso dal vostro lavoro?

R: L’emergenza ci ha portati a riflettere non solo sul tipo di mobilità incoming da proporre agli studenti internazionali (virtuale o reale), ma anche sul valore aggiunto che tale esperienza avrebbe dovuto mantenere malgrado le circostanze.
Dopo aver adeguato l’offerta formativa ad una fruizione in modalità prevalentemente virtuale o blended e aver previsto un forte supporto a distanza da parte degli uffici competenti, UniTrento ha ritenuto importante non trascurare quegli aspetti sociali e culturali che completano l’esperienza internazionale,  strutturando  una serie di iniziative e di servizi a corollario della parte di didattica.
Concretamente, il pacchetto “mobilità virtuale”, consiste in corsi di lingua, conversazioni di italiano, moduli e laboratori per migliorare le proprie soft skills, tutorial o veri e propri corsi alla scoperta della storia, delle città, delle usanze del nostro territorio. Il pacchetto comprende anche attività ludiche e ricreative, quali “aperitivi” costruiti attorno ad un tema di discussione, workshop di cucina italiana, video di docenti che illustrano in modo simpatico e divulgativo aspetti tipici della cultura italiana.

D: Quali tra le misure suindicate ha registrato più interesse da parte degli studenti?

R: Nonostante i nostri studenti abbiano un serrato programma che li vede impegnati in lezioni e in altre attività didattiche per la maggior parte della giornata, abbiamo riscontrato una buona partecipazione alle attività organizzate. In particolare, sono state numerose le adesioni ai corsi intensivi di italiano tenuti dal Centro Linguistico di Ateneo. Un’ottima risposta è stata ricevuta anche dal Progetto Tandem: si tratta di un’opportunità per migliorare le abilità in una lingua straniera fuori dal contesto delle lezioni, in un clima più rilassato e informale, attraverso una serie di incontri tra due studenti di madrelingua differente. Un’iniziativa che offre agli iscritti a Trento quei caratteri della “Internationalization at Home” che costantemente cerchiamo di perseguire. Altra iniziativa che ha suscitato la curiosità dei nuovi arrivati, sono stati gli aperitivi a tema del venerdì, moderati da un nostro studente collaboratore, che hanno spaziato da un confronto delle esperienze nel periodo di lockdown al linguaggio delle mani, dallo street food al cinema, il tutto in un contesto comparato e in un confronto peer to peer.

D: Come sta reagendo la popolazione studentesca di Trento e la città nel suo insieme, abituata a un fitto confronto con il versante internazionale di ateneo che, inevitabilmente, si ripercuoteva nelle strade e nell’economia della città?

R: Effettivamente la città sta risentendo dell’assenza di quella parte attiva e multiculturale che animava le vie, i locali, i parchi della città. Al di là dell’aspetto economico, la riduzione della presenza di studenti e docenti internazionali, questi ultimi a causa della ridotta attività convegnistica in presenza, si nota particolarmente in una città dalle dimensioni contenute come Trento e anche nell’interazione quotidiana che gli studenti italiani e internazionali avevano frequentando le aule dei vari Dipartimenti e vivendo all’interno dello stesso studentato.

D: C’è un modo in cui la condivisione, di impegno e intenti, tra atenei e/o con le istituzioni, può aumentare l’efficacia e la versatilità degli strumenti online attuati ad oggi, a vario titolo, dai diversi attori nel panorama dell’istruzione superiore?

R: Durante questo periodo particolarmente difficile per il settore internazionale, abbiamo sperimentato un incredibile condivisione e aiuto reciproco nella gestione dell’emergenza con i nostri partner internazionali. Il fatto di far parte di una Alleanza di Università Europee, nel nostro caso ECIU University, ci ha aiutato ad affrontare meglio ed insieme le varie problematiche che di giorno in giorno ci si presentavano. Con un forte senso di solidarietà verso chi era maggiormente colpito in quel momento, tutti i partner si sono attivati per condividere le loro buone prassi nelle varie attività a seconda della propria specializzazione, chi più nella didattica on-line, chi nell’organizzazione degli esami da remoto, chi nella virtual mobility. Proprio da un progetto che fa della risoluzione delle principali sfide che interessano la nostra società il suo obiettivo principale, sono emerse opportunità di mobilità virtuale sia per i nostri studenti che per i nostri docenti grazie alla condivisione di lezioni utili a garantire agli studenti l’acquisizione delle necessarie competenze per trovare soluzioni a sfide concrete che interessano le nostre realtà.

 

Omkar M Khandpekar, studente indiano iscritto al I anno del Corso di Laurea Magistrale in Quantitative and Computational Biology condivide una riflessione sulla suo esperienza di studio a Trento. Per Omkar si tratta di una perfetta integrazione tra percorso accademico e culturale nonostante i liniti imposti dalla pandemia:

Omkar M Khandpekar: During this time of an unprecedented global crisis, almost every aspect of societal functioning has been revealed to require fundamental changes in order to improve efficiency and sustainability. At the very centre of the most affected areas is education, a sector in which reform was long overdue, and is finally being pursued due to the necessity of remote learning to maintain social distancing policies. This format allows for interaction over long distances without the physical constraints that often limit access to course material. It’s a platform that enables everyone to virtually study anything, and is therefore an important development in educational accessibility and interpersonal communication.
As a first year student for a master’s degree course in quantitative and computational biology during the academic year 2020-21, my academic experience at the University of Trento has been very positive due to the ease of access to course material online, the interactive nature of online classes and the convenient support services.
Additional supplementary activities are also organized for international students to enable them to feel comfortable and gain a sense of familiarity and belonging to the university environment via virtual means that don’t feel any less real and warm. In particular, the ‘thank god it’s friday!’ aperitif sessions have served as efficient ice breakers by holding interactive sessions each weekend that are both recreational and informative. Each session is based on a presentation and discussion related to cultural topics wherein the hosts share details of Italian culture and encourage participants to share their own. This format enables insightful and entertaining discussions and a sense of boding with one’s peers, and is therefore something I look forward to every weekend. These supplementary activities greatly enrich the overall academic experience by adding a cultural element to it, which is a simple yet effective way to help students ease into the university environment. I would therefore like to thank the University of Trento and the hosts from the international relations department for their efforts to provide such a holistic experience despite the challenges of the pandemic.

 

 

Alessia Ricci
Ufficio Comunicazione
Agenzia nazionale Erasmus+ Indire