La classe scolastica del terzo millennio nel nuovo volume “Dall’aula alla classe scolastica transfrontaliera. Oltre i confini”

Elena Maddalena Scuola

Nel mio volume “Dall’aula alla classe scolastica transfrontaliera. Oltre i confini” (Aracne editrice, 2019) ho voluto offrire un inquadramento concettuale e proattivo su educazione e strumenti che influenzano l’esperienza d’istruzione-educazione-formazio­ne tra docente e discente in prospettiva reciproca, personalizzata e sosteni­bile.

Il programma Erasmus+, per la sua forte spinta alla mobilità dell’educazione nazionale, europea e internazionale, anche di cittadinanza, e il movimento delle Avanguardie educative, incubatori di elevati livelli di innovazione e best practices, sono le punte di diamante dell’Indire e dell’eccellenza educativa nel panorama scolastico italia­no ed europeo. Erasmus+, come ribadito in più occasioni dalla coordinatrice italiana del Programma Sara Pagliai, pur assorbendo risorse per circa solo un punto percentuale del PIL (4,7% è la spesa totale per l’educazione a livello europeo), è al terzo posto tra le iniziative europee più di successo, dopo la libera circolazione di merci, persone e capitali e la pace tra gli Stati.

La sempre più decisa attuazione e implementazione di Agenda 2030 fuoriesce dai consueti confini della sola attenzione all’ambiente e apre le porte a una nuova idea di sostenibilità, di sviluppo, di crescita, di “cittadinanza sferica e planetaria” con/nell’educazione. Proprio l’istruzione di qualità è il quarto obiettivo di Agenda 2030 e ha una forza molto particolare essendo trasversale a tutti gli altri obiettivi. Il vo­lume concentra l’attenzione sullo sviluppo di personali talenti atti a gestire con empatia la complessità del sé e dell’alter, in modo trasversale e in linea con i 17 obiettivi, diritti fondamentali di sostenibilità, con la consapevolez­za e la coscienza di sé, influenzando e cambiando singoli fotogrammi, l’in­tero film della propria e dell’altrui vita. È il trionfo della personalizzazione dell’apprendimento.

 

La classe scolastica del terzo millennio è forse ancora un’araba fenice multitasking che ha come cartina di tornasole i generali fini del consolidamento del mercato interno? Essa appare destinata a diffondersi e a permanere nel quotidiano divenendo protagonista dello sviluppo, dal basso, di un necessario e diffuso sentimento di “cittadinanza g–locale europea, planetaria”, con status di carattere multilivello e multidimensionale che traggono energia vitale dalla permeabilità dei confini e anche dall’irrinunciabile sviluppo del diritto privato europeo.

Nell’epoca della società dell’informazione e di un esteso rapporto di reciprocità tra globalizzazione e località, che ha ormai coniato e reso di uso comune il termine “glocalità”, la classe scolastica, scientificamente osservata, con i suoi attori: “cittadini del mondo”, deve necessariamente permeare i confini delle sue pareti verso e dall’esterno, così “i discenti vanno in città e la città in classe in prospettiva smart”.

In questo contesto occorre considerare una diversa prospettiva da cui guardare le ICT nella scuola. Non si tratta più solo di promuovere la diffusione dell’hardware in classe, ma di trasformare in senso più profondo l’ambiente di apprendimento della scuola. In questa ottica occorre affrontare il tema della “re–mediazione” della scuola, come ritiene il presidente Indire Giovanni Biondi; questo, ai fini della presente analisi, non solo in relazione alle nuove tecnologie, ma anche tenuto conto della dimensione europea, planetaria, del senso più esteso di cittadinanza.

Lo storico passaggio dalla cultura orale a quella chirografica, a quella tipografica, e poi di massa, fino all’attuale e in consolidamento cultura multimediale-ipertestuale dimostra come l’utilizzo delle nuove tecnologie ha determinato e determina profonde e radicali trasformazioni nel pensiero, nel linguaggio, nella cultura, nella società, e quindi nel mondo, anche oggi, verso una nuova etica, verso un nuovo umanesimo.

Numerosi sono gli interrogativi che emergono, in particolare: in classe, è necessario approfondire la didattica sviluppando una matrice d’identità reticolare transfrontaliera di orientamento? Come saranno le valutazioni dei discenti nel 2030?

 

di Paolo del Chiappa
Agenzia Erasmus+ Indire

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