EDUCAZIONE ADULTI
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#IoRestoErasmus – Il Progetto KAFFI propone nuove strategie per affrontare l’analfabetismo funzionale

Logo della Brainery AcademyBrainery Academy, un’Associazione di Promozione Sociale che si occupa di educazione degli adulti, è attualmente capofila del progetto Erasmusplus 2019-1-IT02-KA204-062395 KAFFITo Know and Face Functional Illiteracy.

La partnership è costituita da 7 Paesi (Italia, Spagna, Grecia, Turchia; Bulgaria, Polonia e Slovenia) in cui il problema dell’analfabetismo funzionale rappresenta una emergenza sociale nel silenzio delle Istituzioni locali.

L’obiettivo di questo progetto è quello di raggiungere il maggior numero di persone, che per diversi motivi si trovano ai margini della società, per aiutarli a esercitare una cittadinanza attiva. A un problema comune si affiancano realtà molto diverse, ma il metodo rimane lo stesso: attraverso attività di tipo non formale cerchiamo di insegnare ad esempio come decifrare e comporre i segni grafici che veicolano un determinato significato; a comprendere i linguaggi delle nuove tecnologie; a decodificare un brano; a riconoscere le fake news.

Ogni partner agisce secondo il proprio assetto organizzativo, ma tutti sono convinti che bisogna combattere contro il decadimento cognitivo, per questo è necessario insegnare alle persone ad analizzare e interpretare ciò che si legge, impiegando i metodi del pensiero critico: vale a dire mettere in discussione le proprie opinioni.
Le illusioni cognitive, che sono degli errori di percezione della realtà, distorcono la percezione del mondo inducendo a molti pregiudizi o errori tra i quali l’illusione di avere tutto sotto controllo o l’eccesso di sicurezza di sé. In tutto questo vi è un grosso problema che riguarda la democrazia che non può sopravvivere quando le persone delegano le loro decisioni alle autorità oppure si lasciano influenzare dalla pressione del gruppo sociale al quale appartengono. Secondo il professor De Mauro “L’unica possibilità per modificare un quadro così allarmante è potenziare l’istruzione e investire risorse nel futuro dei cittadini cambiando il modo di fare scuola”.
In questo auspicato cambiamento di rotta, è importante porre al centro dell’azione didattica l’individuo e non il programma.
Le conoscenze devono essere offerte in modo tale che il discente, giovane o adulto, possa utilizzarle per tramutarle in competenze utili al suo percorso di vita.
Appare, infine, necessario incentivare l’apprendimento durante tutto l’arco della vita: in questo ambito, infatti, l’Italia è fanalino di coda trai Paesi che aderiscono all’OCSE. Manca una spinta a proseguire nello studio e nell’aggiornamento anche in età lavorativa. Il problema non è più legato alla necessità di alfabetizzare in senso stretto la popolazione, ma all’incapacità di portare quest’ultima a padroneggiare il processo di acquisizione di informazioni e competenze per generare processi di comunicazione sociale, benessere socio-economico ed accrescimento culturale.

Il primo incontro transnazionale di progetto si è svolto in Slovenia nel mese di febbraio 2020. Ogni Paese ha partecipato con quattro insegnanti coinvolti nel progetto ed ha presentato le migliori pratiche svolte dall’inizio del progetto.
La dottoressa Petra Javrh dell’Istituto sloveno per l’educazione degli adulti, dopo aver illustrato il problema dell’alfabetizzazione funzionale in generale e in Slovenia, ha invitato i partecipanti a prendere parte a un esercizio pratico attraverso l’uso dei mattoncini Lego.
L’obiettivo intrinseco è quello di incoraggiare il pensiero creativo e il lavoro di squadra, ma soprattutto indurre le persone a delle profonde riflessioni e a un dialogo costruttivo. Questa metodologia consente di pensare e comunicare attraverso modelli 3D che facilitano
l’interazione tra i partecipanti allo scopo di risolvere un problema o prendere delle decisioni. In questo modo, ognuno partecipa alla discussione con le proprie idee, mostrandole agli altri sotto forma di una costruzione. L’atto del costruire libera la conoscenza e la comprensione di ciò che poi deve essere una migliore comprensione di un problema.

La metodologia prevede l’orientamento di un facilitatore che propone una serie di domande per indurre i partecipanti a cercare soluzioni a diversi problemi. La prospettiva di ogni partecipante è rappresentata da un modello tridimensionale che è posto di fronte a ciascuno e sotto lo sguardo di tutti gli altri: ciò permette di sviluppare un pensiero empatico di rispetto reciproco perché tutte le costruzioni hanno pari dignità.

Con il passare del tempo, nonostante giornate molto impegnative, si è creato nel gruppo un clima estremamente positivo e ho potuto cogliere, con estrema soddisfazione, una solidarietà sincera nei confronti del tema del progetto e un desiderio unito al bisogno di sostenere attraverso delle attività ad hoc tutte quelle persone che, senza essere consapevoli, sono degli analfabeti funzionali.

Al rientro nei propri Paesi siamo entrati in lockdown e abbiamo avuto un momento di disorientamento, ma subito ci siamo confrontati sul da farsi: il concetto chiave da sviluppare è stato il pensiero critico.
La prima idea realizzata è stata quella di un alfabeto coniugato al tempo del Covid19.
Di cosa si tratta? Ogni partner ha associato ad ogni lettera dell’alfabeto una parola pertinente a questo tempo di isolamento, dandone poi un significato e invitando gli utenti raggiungibili a identificare altri significati, quelli che erano più vicini al loro stato d’animo. Un piccolo contributo per far lavorare la mente in modo positivo e propositivo.

Prof.ssa Mariella Ciani
Presidente e legale rappresentante di Brainery Academy – Udine-Italia
[A cura dell’Agenzia nazionale Erasmus+ INDIRE]