Università: aumentano le candidature Erasmus nel Lazio. Campus Bio-Medico +136,4%

Alessia Ricci Università

Nonostante il lockdown, dovuto alla pandemia da Covid-19, il Programma europeo non si ferma, anzi, cresce il numero degli aspiranti Erasmus per il prossimo anno accademico. È quanto emerge da uno studio condotto dall’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire che ha raccolto i numeri relativi alle domande degli studenti universitari presentate negli Istituti di Istruzione Superiore del Lazio.

Per l’anno accademico 2020/2021, i 26 istituti di istruzione Superiore laziali hanno ricevuto nel complesso 8.235 domande di mobilità Erasmus per studio, con un aumento compreso tra il +2,3% della Sapienza Università di Roma, che ha accolto ben 3.022 candidature, al +136,4% dell’Università Campus Bio – Medico di Roma con 26 domande da parte degli studenti.

Per il Campus Bio – Medico, abbiamo intervistato il Delegato del Rettore, Prof. Paolo Pozzilli affinché ci commentasse questo straordinaria impennata nei numeri.
In calce trovate anche un pensiero di Filippo Cucinella, studente 23enne al 4° anno del Corso di Studi in Medicina e Chirurgia. Filippo è vincitore di borsa Erasmus e in partenza per la Spagna. Per il Campus Bio-Medico è Ambasciatore Erasmus e ci lascia una bella riflessione sull’importanza dell’esperienza della mobilità internazionale Erasmus nel curriculum, professionale e umano, di uno studente.

 

D: L’Università degli Studi Campus Bio-Medico di Roma, registra un +136,3 % di domande rispetto al 2019 per la mobilità Erasmus passando da 11 a 26 candidature. Sono numeri contenuti se paragonati ad altre realtà, ma raccontano comunque di un successo. Il Campus lavora in un settore particolare: quanto incide, anche nel siglare accordi bilaterali con partner internazionali?

R: Si tratta di piccoli numeri ma certamente è stato per la nostra Università un ottimo risultato riuscire a mantenere l’interesse degli studenti proprio nel momento in cui venivano adottate restrizioni sulla mobilità. Ci piace pensare di essere riusciti, come staff docente e personale tecnico-amministrativo, a trasmettere l’entusiasmo necessario a progettare un’esperienza internazionale di studio nel contesto dell’emergenza sanitaria. Ognuno di noi ha inventato nuove modalità di interazione con gli studenti, sia outgoing che incoming, per far sentire loro la nostra vicinanza e la fiducia in una ripresa della normalità. Soprattutto abbiamo cercato di mettere in risalto l’impatto positivo che l’esperienza di mobilità ha nella crescita interculturale, individuale e professionale di ciascuno di loro.
Il risultato è tuttavia un tassello di una più ampia strategia di internazionalizzazione dell’Ateneo: tra gli obiettivi individuati nel piano strategico per l’internazionalizzazione 2021-2027 vi è quello di sviluppare ulteriormente il network di università straniere, al fine di favorire la mobilità sia in entrata che in uscita. Individuare partner con cui condividere un percorso formativo e non solo prevedere uno scambio di mobilità costituisce per la nostra università uno stimolo a investire soprattutto sulla qualità degli accordi piuttosto che sulla quantità.

D: Abbiamo spesso raccontato storie di successo di vostri studenti o studentesse in medicina che, proprio partendo in mobilità Erasmus e nella specificità della loro materia di studio, hanno trovato il massimo dell’arricchimento umano, accademico ma spesso anche professionale. Quanto è importante la mobilità per voi e quanto i vostri ex studenti Erasmus sono stati ambasciatori di una opportunità imperdibile?

R: Dal nostro punto di vista poter vivere un’esperienza di mobilità, sia per uno studente di medicina, che di ingegneria che di scienze della nutrizione, è e rimane una componente di fondamentale importanza per la crescita individuale, sia a livello umano che professionale. Il programma Erasmus+ consente di uscire dalla propria comfort zone confrontandosi con realtà sociali, culturali e accademiche diverse da quella italiana: ciò innesca in ciascuno studente, indipendentemente dalla disciplina, in un’ottica di problem solving, un nuovo approccio a un mondo globalizzato in cui la flessibilità è sempre più un elemento imprescindibile per il successo personale. Senza ombra di dubbio l’esperienza positiva dei nostri studenti contribuisce sempre più alla partecipazione ai bandi di mobilità. La componente motivazionale costituisce un elemento preponderante nello scegliere un periodo di formazione all’estero e ogni “ex” studente Erasmus diventa inevitabilmente un ambasciatore del Programma, a prescindere dalla formula della testimonianza. È importante non sottovalutare il valore del “passaparola”: il racconto diretto di un’esperienza positiva ai propri colleghi e coetanei è essenziale per motivarne la partecipazione e per fugare la paura di ritardare il conseguimento del titolo. È un circolo virtuoso: maggiore è il numero degli studenti che raccontano la propria esperienza Erasmus e maggiore sarà il numero di studenti che cercheranno di viverla. Dal canto nostro, continueremo a promuovere la partecipazione al Programma attraverso colloqui individuali, eventi dedicati (come gli Erasmus Days dello scorso anno, che hanno riscosso una considerevole partecipazione) e altre iniziative di comunicazione interna ed esterna in cui cercheremo di dare massima visibilità proprio alle testimonianze dirette dei nostri studenti. Infine i nostri studenti Erasmus rappresentano i migliori ambasciatori nel promuovere all’estero l’immagine del nostro Ateneo sia tra gli studenti che tra i professori.

D: Spagna, Francia, Germania, Paesi Bassi, Portogallo sono i Paesi di destinazione prediletti dagli studenti nel Lazio, I vostri accordi bilaterali ricalcano questa rilevazione? Inoltre, sempre in base a una media regionale, il 60% della mobilità è svolta da studentesse, di 23 anni e mezzo, che restano in mobilità per studio 6 mesi. Cosa la attira di questi dati?

R: In larga parte le preferenze degli studenti UCBM non si discostano da quelle rilevate in altri Atenei della Regione: oltre a Spagna, Paesi Bassi, Germania e Francia, anche Belgio e, soprattutto, Regno Unito. Per quanto riguarda la maggiore inclinazione delle studentesse a vivere un’esperienza di mobilità internazionale, si è riscontrata nell’ultimo triennio accademico una percentuale in linea con quella della Regione, ma è pur vero che le studentesse rappresentano il 60% della popolazione studentesca dell’ateneo. A livello anagrafico l’età media degli studenti outgoing si sta progressivamente riducendo (da 26,3 anni nell’a.a. 2017/2018 a 24,7 anni nell’a.a. 2019/2020) grazie al maggior coinvolgimento, come si evince dagli ultimi dati, di studenti in mobilità per studio oltreché per traineeship.

 

Filippo Cucinella, classe 1997, iscritto al 4° anno del Corso di Studi in Medicina e Chirurgia. E’ vincitore di borsa Erasmus e in partenza per la Spagna. Condivide con noi questa bella riflessione:

Sono davvero orgoglioso di poter essere un ambassador di questo progetto considerando anche l’estremo valore che lo stesso ha avuto e ha per me.
Non nascondo che tra le paure iniziali ci fosse quella che il periodo di mobilità non fosse così utile per il mio percorso universitario, che avrei perso tempo per lo studio o che, per rimanere al passo con gli esami, non mi sarei goduto al massimo l’esperienza. Ma posso affermare con orgoglio che non è stato assolutamente così!
Al momento sto per concludere gli esami del quarto anno, perfettamente in pari con il programma di studi e con i miei colleghi rimasti in Italia e, ricordando la mia esperienza a Cracovia, posso tranquillamente affermare che è stata l’esperienza più bella e formativa che avessi mai potuto fare per me stesso e che le persone conosciute nei mesi passati in Polonia sono e saranno parte indelebile della mia vita.
Sia chiaro, non è tutto rose e fiori e le difficoltà ovviamente ci sono. Eppure, quello che rimane alla fine è solo un grande senso di orgoglio per il coraggio e la dedizione che ho messo nel costruirmi questa esperienza.
L’Erasmus è una grandissima occasione per crescere e dubito che chiunque abbia vissuto questa esperienza non abbia tratto qualcosa di straordinario per sé stesso.
Proprio per questo motivo, nonostante i tempi difficili che tutti abbiamo affrontato, ho scelto di fare nuovamente richiesta per una nuova mobilità Erasmus, questa volta in Spagna, a Valencia.
L’emergenza sanitaria ha messo a dura prova tutti quanti, ma ora, con all’orizzonte una nuova normalità, è doveroso da parte di noi studenti avere il coraggio di mettersi in gioco, di non aver paura di osare e chiedere di più a noi stessi e al nostro percorso formativo. È proprio la mia formazione al centro della scelta di svolgere nuovamente l’Erasmus: sono convinto che per crescere come persone prima che come professionisti serva una formazione a 360°, che sia tanto attenta all’aspetto disciplinare quanto a quello umano. Questa logica si sposa perfettamente con l’esperienza di mobilità internazionale che ti proietta in un Paese straniero, in mezzo a persone che non parlano la tua lingua e vengono da tutto il mondo, permettendoti di apprezzare e conoscere il lato umano della vita.
Assume, infine, fondamentale valore anche la possibilità di potersi relazionare con un modo di insegnare diverso da quello italiano. La possibilità di poter conoscere un modo di fare diverso dal nostro aumenta, innegabilmente, le skills che ognuno di noi necessita per essere competitivo nel mondo del lavoro.
A chiunque mi chieda se consiglio di fare l’Erasmus do sempre la stessa risposta: se riesci a metterti in gioco e partire non te ne pentirai mai, se invece, per qualunque motivo, non parti beh… penso lo possiate capire da soli.”

 

La Rassegna Stampa dell’Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire che raccoglie le uscite media sui dati del Lazio:

Rassegna stampa

Alessia Ricci
Ufficio comunicazione
Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire