L’iniziativa “Role Model” della Commissione europea. Intervento di Anne Ballauf

Alessandra Ceccherelli -

Riportiamo il testo dell’intervento di Anne Ballauf, Commissione europea DG Education Youth, Sport and Culture nel corso dell’evento “Storie di resilienza”, svolto a Firenze il 21 marzo scorso  (leggi l’articolo).

 

Buona sera a tutti,

sono molto felice di essere qui con voi, in un luogo così rappresentativo per il tema del nostro incontro. L’agenzia Indire mi ha chiesto di parlare in italiano oggi. Ho imparato l’italiano tanti anni fa ma non lo parlo spesso. Spero di non fare troppi errori. Ma credo che anche alcuni tra di voi abbiano imparato l’italiano come lingua straniera. E anche se faccio errori, sono sicura che ci capiremo lo stesso. Direi che fare errori fa parte di ogni percorso. Imparare qualcosa di nuovo senza fare errori è impossibile. L’importante è non abbandonare e continuare a imparare, magari con l’aiuto di persone che ci sostengono. Questa, in poche parole, è anche l’idea dell’iniziativa dei role models della Commissione – o figure di riferimento come l’abbiamo tradotto in italiano. L’iniziativa è stata lanciata l’anno scorso e, come sapete, fa parte del programma Erasmus+.

Abbiamo proposto questa iniziativa dei role models per la prima volta in una Comunicazione sulla prevenzione della radicalizzazione, seguita alla Dichiarazione di Parigi adottata dopo gli attentati terroristici del gennaio 2015. In questa Dichiarazione, i Ministri dell’istruzione europei e il Commissario Tibor Navracsics si impegnano a promuovere i valori democratici; il pensiero critico e l’alfabetizzazione mediatica; a sostenere l’istruzione dei bambini e dei giovani svantaggiati e a promuovere il dialogo interculturale.

L’iniziativa ha lo scopo di individuare persone che, condividendo la loro storia e le loro competenze, possano motivare gli altri e metterli in condizione di agire per il bene loro e della collettività. L’iniziativa risponde al bisogno di promuovere l’inclusione sociale e i valori fondamentali dell’Europa attraverso esperienze reali di persone che hanno superato una situazione difficile grazie all’istruzione o all’apprendimento non formale –  magari attraverso un progetto Erasmus+, ma non solo.

I principi e gli obiettivi essenziali dell’iniziativa sono stati definiti a livello europeo: le figure di riferimento si impegnano, in nome dei valori europei, a promuovere l’inclusione sociale e incoraggiare la cittadinanza attiva per prevenire l’emarginazione. Per fare ciò visitano scuole, centri giovanili, società sportive e altri luoghi per facilitare il dialogo e condividere le loro esperienze. In poche parole, sono testimoni attivi di esperienze di riscatto sociale e di valori communi.

Consapevole del fatto che le realtà e le necessità nazionali sono variabili, la Commissione ha deciso di rendere l’iniziativa sufficientemente flessibile per tenere conto delle varie realtà locali. Per questo, abbiamo chiesto alle Agenzie Nazionali Erasmus+ di prendere in mano l’iniziativa e diffonderla nei loro paesi. Abbiamo lasciato alle Agenzie nazionali la libertà di decidere come volevano aderire a questa iniziativa e come metterla in pratica. L’agenzia Indire ha scelto di far raccontare venticinque storie di resilienza, cioè storie di persone che hanno avuto la capacità di far fronte a eventi difficili in maniera positiva, di trasformare difficoltà in opportunità.

Penso che questo approccio sia molto promettente e sono veramente contenta di poter partecipare a questo evento oggi. Sono molto lieta che l’Italia e l’Agenzia Indire siano stati tra i primi a rispondere affermativamente al nostro invito e stiano lavorando con grande dedizione a questo progetto. A nome di tutti i colleghi della Commissione, ringrazio la squadra di Indire per l’entusiasmo e l’impegno profusi nell’individuare e selezionare così tante figure di riferimento. Un impegno che non va sottovalutato e che merita il nostro plauso.

Ma quello che conta di più è la volontà di queste venticinque persone, con storie tanto diverse e interessanti, di condividere le loro testimonianze, le loro esperienze e le loro competenze. Ho letto alcune di queste storie prima di venire qui e sono stata molto colpita dalla loro diversità, dal cammino compiuto da queste persone – un cammino inteso anche in senso fisico, visto che molti vengono da paesi lontani quali, ad esempio, Senegal o Pakistan. Penso che queste storie possano veramente ispirare noi tutti. Quindi, ringrazio anche e soprattutto le venticinque persone che hanno accettato di condividere le loro storie, non solo con noi oggi, ma anche con altre persone in futuro. Spero che sarete coinvolti il più possibile dagli attori locali per far conoscere le vostre esperienze alla società civile, ai giovani, ad altre persone che hanno bisogno di motivazione e fiducia, e anche alle autorità competenti e ai media.

Vi ringrazio per l’attenzione e auguro a tutti voi e all’iniziativa un lungo e fruttuoso cammino assieme.

 

Anne Ballauf
Commissione europea DG Education Youth, Sport and Culture