Restart@Work: reinserirsi al lavoro con Erasmus+ VET

Laura Agneni Formazione, Giovani

Il Jobs Act riforma il mercato del lavoro italiano, introducendo nel nostro Paese la flexicurity europea, che, per funzionare correttamente, deve prevedere un mercato del lavoro flessibile, indennità di disoccupazione rilevanti, politiche attive di ricollocazione efficienti.

Se una delle tre componenti non funziona, l’intero sistema si blocca con ingenti danni sia per l’economia pubblica, che per il benessere sociale dell’intera comunità.

La recente riforma attribuisce proprio alle politiche attive del lavoro l’importante compito di favorire l’effettivo ricollocamento delle persone, offrendo percorsi diversificati e utili all’acquisizione di nuove competenze.

Con il decreto legislativo 150/2015, in particolare, il Governo definisce le competenze e le strutture responsabili per le politiche attive, rafforzando il sistema dei Servizi per l’Impiego per migliorare l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro; in termini generali, la riforma in atto mira a trasferire il centro degli aiuti a chi cerca lavoro, dagli ammortizzatori al tutoring per il reinserimento.

In tale contesto, può essere estremamente utile disporre di modelli di intervento spendibili ed efficaci, provenienti da precedenti esperienze di successo, cui ispirarsi e trovare spunti per ridefinire la cosiddetta “valigetta degli attrezzi” a disposizione degli operatori.

Tra questi, si colloca a tutti gli effetti il progetto Restat@work, coordinato da Forema di Padova nell’ambito di una rete transnazionale di soggetti pubblici e privati.

Il progetto, identificato come buona prassi di trasferimento dell’innovazione finanziata in LLP-Leonardo da Vinci, è finalizzato a favorire l’adattamento e l’utilizzo in Bulgaria, Francia, Italia e Spagna del modello per il ricollocamento Restat@Work.

Il modello si propone di aumentare l’attrattività dei sistemi VET e di stimolare il miglioramento della loro offerta formativa, creando una comunità di esperti in grado di innovare l’approccio alle politiche attive e ai servizi per il lavoro. Lo sviluppo del modello di intervento consente, infatti, a progettisti, orientatori, formatori e manager di condividere un approccio comune e di poter contare su metodi e strumenti flessibili per realizzare azioni efficaci per giovani, disoccupati, NEET, supportandoli nell’affrontare la complessità del mercato del lavoro.

Il network iniziale ha messo in relazione enti di formazione, parti sociali, autorità pubbliche, Università, contribuendo a rafforzare la collaborazione sui territori target verso un obiettivo comune: il lavoro come opportunità di sviluppo per le persone e le imprese.

Il modello per il ricollocamento è stato migliorato con il contributo di tutto il partenariato, grazie ai testing effettuati in Spagna, Francia, Italia e Bulgaria, che hanno interessato altri settori produttivi rispetto a quelli già sperimentati, quali la manifattura e coinvolto giovani disoccupati, studenti universitari, disabili, first job seekers e colletti bianchi.

Il principale risultato raggiunto è stato la condivisione del modello Restart@work, nell’ambito degli interventi di outplacement, di primo inserimento e di supporto alle categorie svantaggiate. E’ stato realizzato un duplice trasferimento di innovazione, inserendo anche una nuova figura professionale, il Career Supporter.

Si è raggiunto, inoltre, il risultato di consolidare la collaborazione tra enti di formazione, parti sociali e enti pubblici, che si occupano di affrontare le problematiche occupazionali. E’ stata, inoltre , promossa l’evoluzione dalla pratica di outplacement-servizi per il reinserimento, al concetto di Career Support, ossia al modello di intervento, finalizzato a facilitare l’accesso al mercato del lavoro ed a promuovere la flessibilità dei processi di transizione professionale.

Restart@Work nasce dall’esperienza fatta nei processi di outplacement e approda al concetto di Career Support, che intende fornire strumenti cognitivi e piattaforme di servizio adattabili ai diversi territori e momenti della vita lavorativa, facendo leva sulle soft skills e la proattività dei destinatari.” afferma Roberto Baldo referente del progetto.

La condivisione del modello ha permesso di rinforzare servizi di politica attiva per il lavoro in Spagna e Francia, di creare servizi di placement per studenti disabili in Bulgaria, di consolidare network nazionali e territoriali in Italia, realizzando inserimenti lavorativi già in fase di testing.

La formazione agli operatori dei partner, la costituzione dello European Career Support Network (17 soggetti aderenti in 7 paesi) ha creato inoltre le premesse per ulteriori trasferimenti e potenziamenti del modello, moltiplicando i benefici del progetto iniziale.

Per saperne di più: http://www.restartwork.eu/

 

Contributo a cura di Francesca Trani